REGGIO CALABRIA Che sia pubblica o privata, l’edilizia a Reggio Calabria è cosa dei clan di Archi. È quanto emerge dall’operazione Talassa, eseguita questa mattina dagli uomini del Centro Dia, che ha portato in manette sei persone, tutte vicine o legate ai clan Condello e Tegano, a vario titolo accusate di associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni, con l’aggravante di aver agevolato le cosche di ‘ndrangheta Tegano e Condello. Fra loro ci sono anche i fratelli Vazzana, nipoti del superboss Pasquale Condello e considerati elementi di spicco dell’omonimo clan. Al centro dell’indagine, il centro residenziale “Talassa”, blocco di edifici costruito a Contrada Armacà, nel cuore di Archi, grazie anche al compiacente miopia di funzionari pubblici, che avrebbero agevolato le attività delle imprese dei clan. Su richiesta della Dda e per ordine del Tribunale, cinque ditte, operanti nel settore dell’edilizia, riconducibili direttamente o direttamente agli indagati, sono finite sotto sequestro per un valore di 11 milioni di euro.
Tra gli indagati nell’ambito dell’inchiesta “Talassa” c’è anche Peter Battaglia, dipendente del Comune di Reggio Calabria e fratello del consigliere regionale Domenico. Per lui l’ipotesi è concorso esterno in associazione mafiosa. Sarebbe stato lui, infatti, a fornire ai clan provvedimenti e permessi a costruire illegittimi, in cambio di un ruolo nell’intermediazione immobiliare degli appartamenti del complesso e di due unità immobiliari. Per Battaglia la Dda aveva chiesto l’applicazione di una misura cautelare ma il gip non l’ha concessa in ragione del tempo trascorso dai reati contestati.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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