REGGIO CALABRIA Gli ultimi lavori della direzione nazionale del Pd, ancorché hanno evitato la “conta” fratricida, finiscono con sublimare in Calabria l’arroccamento del sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà e dell’ex ministro dell’Interno Marco Minniti. In attesa di una definizione più calzante, possono essere definiti entrambi come “diversamente renziani”.
Negli ultimissimi assetti datisi dal Pd nazionale, Falcomatà e Minniti assumono una posizione aristocraticamente sdegnosa, il che consente al giovane sindaco metropolitano di dare una copertura politica a quello che invece è un sordo risentimento per alcune scelte fatte da Matteo Renzi.
Proviamo a ricordare quelle più dolorose (per Falcomatà). La nomina della professoressa Angela Marcianò nella segreteria nazionale, prima che il sindaco ebbe a licenziarla da assessore ai Lavori pubblici (complice il silenzio-assenso di Minniti). A ruota, l’inserimento nella direzione nazionale di Marco Schirripa, giovane ricercatore universitario politicamente strutturato ma soprattutto cultore di un rapporto diretto e costante con il mondo giovanile e con il territorio. Insomma, i rapporti sono tesi per ragioni personalissime, tuttavia il sindaco metropolitano tenta di riempirle di contenuti campanilistici, nel solco della peggiore tradizione reggina.
Nasce da qui, ad esempio, la polemica per il presunto scippo della Direzione dell’agenzia delle dogane. E sempre da qui origina la piccata controreplica che ricorda a Falcomatà i ritardi, a lui imputabili, che mettono a rischio il finanziamento regionale di cento milioni di euro per la metropolitana di superficie.
Su questo versante, però, Mario Oliverio la polemica aperta da Falcomatà la stravince a mani basse. Se, infatti, c’è una città verso la quale non sono state lesinate risorse economiche da parte della Regione Calabria, quella è proprio Reggio.
Proviamo a ricordare qualche finanziamento: 65 milioni di euro per il completamento della Gallico-Gambarie; circa 17 milioni per il nuovo palazzo di giustizia; venti milioni e mezzo per i parcheggi del Cedir; i 100 milioni della metropolitana leggera; 9 milioni per le opere di ingegneria della rete idrica; 45 milioni di euro per l’Ecodistretto di Sambatello; 35 milioni per il depuratore di Ravagnese e infine 22 milioni per l’adeguamento antisismico delle principali scuole cittadine. Sommano a oltre 330 milioni di euro, più di quanto stanziato all’epoca da Decreto Reggio.
E adesso c’è da temere, dalle parti di Palazzo San Giorgio, l’effetto boomerang: di tale massa finanziaria quanta parte è stata utilizzata dagl amministratori reggini?
pa.po.
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