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Incarnato vuole "sfrattare" i privati da Sorical

Secondo i segretari Tramonti e Greco bisogna «chiudere il rapporto con il socio privato e rilanciare l’azienda ponendo fine al suo stato di anacronistica liquidazione»

Pubblicato il: 11/05/2018 – 10:57
Incarnato vuole "sfrattare" i privati da Sorical

CATANZARO «I privati in Sorical sono stati ma soprattutto sono un problema serio, un impedimento costante a qualsiasi iniziativa di innovazione di riorganizzazione e di ripresa, imbrigliata in una liquidazione tecnica asfissiante. Bisogna liberarsene il prima possibile». Lo scrive, in un post pubblicato sul suo profilo facebook, Luigi Incarnato, il commissario della Sorical, la società mista a prevalente capitale pubblico regionale che gestisce il servizio idrico in Calabria. Secondo Incarnato, che è il commissario per la parte pubblica regionale di Sorical, «la società è ormai pronta a essere il soggetto che può gestire il servizio idrico. Lasciarla così ancora per molto la Calabria pagherà un prezzo altissimo sia sotto il profilo gestionale che su quelli economico e finanziario. Se andiamo a regime – conclude il commissario di Sorical – non potranno più accadere le interruzioni. Saremo pronti a programmare ma soprattutto a dare conto ai cittadini di cosa facciamo con i loro soldi».
LA CISL: «NON SI PUÒ PRESCINDERE DA SORICAL» «No al commissariamento dell’Autorità idrica della Calabria». Lo affermano, in una nota, il segretario generale della Cisl calabrese, Paolo Tramonti, e il segretario generale della Femca Cisl, Pompeo Greco. «Il 29 maggio – ricordano Tramonti e Greco – è convocata la prima riunione dell’assemblea dell’Autorità idrica della Calabria per gli adempimenti tecnici e per decidere la forma di gestione del servizio idrico integrato in Calabria e per individuare il soggetto unico gestore. Come Cisl e come Femca Cisl – proseguono i due segretari – sosteniamo da sempre che non si può prescindere dalla Sorical, dal know how dei suoi dipendenti per dare un servizio idrico integrato efficiente e con costi della tariffa adeguati. Altre soluzioni percorribili e realizzabili allo stato attuale non ne intravediamo». Secondo Tramonti e Greco «non è infatti assolutamente credibile che in Calabria si possa ipotizzare la creazione di un nuovo soggetto unico gestore con gli attuali vincoli della concessione di Sorical, che scade il 2034, e soprattutto con la realtà evidente a tutti, delle difficoltà economiche in cui versano la maggior parte dei comuni calabresi. Situazione che evidentemente non favorirebbe la creazione di un nuovo soggetto imprenditoriale che – rilevano i segretari della Cisl calabrese e della Femca Cisl – avrebbe necessità di diversi anni, una volta costituito, per superare la fase di start-up e garantire contestualmente una gestione industriale del servizio. Per tali ragioni concordiamo, cosi’ come sosteniamo da anni, che sia arrivato il momento delle decisioni e delle scelte responsabili e coraggiose su Sorical, da parte del socio di maggioranza».
Tramonti e Greco aggiungono: «Chiudere il rapporto con il socio privato, rilanciare l’azienda ponendo quindi fine al suo stato di anacronistica liquidazione, rifuggendo così dai tanti luoghi comuni che individuano in Sorical l’unico responsabile dell’attuale crisi di sistema in Calabria. Trasformarla in quel soggetto unico gestore del servizio, compresa la depurazione, attraverso anche la riscossione diretta delle tariffe per garantirne la sostenibilità finanziaria. È una posizione – ricordano il segretario del sindacato e il segretario della categoria Femca – che la Cisl ha ampiamente più volte espresso, ma che riteniamo doverosa e pertinente riprendere e ribadire oggi, perché siamo fortemente preoccupati che, stante l’attuale situazione, non ci siano oggettivamente i presupposti per definire un programma e un percorso credibile, e ci possano essere da parte di qualcuno tentativi di far saltare tutto attraverso un eventuale commissariamento dell’Aic. Alternativa di gestione alquanto rischiosa che potrebbe determinare ulteriori danni a un sistema già compromesso. Chi volesse ricercare altre soluzioni al problema – concludono Tramonti e Greco – dovrà poi assumersi le responsabilità del fallimento».

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