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«Il sindaco di Cetraro denuncerà la Rai» – VIDEO

Il consigliere regionale Aieta dopo il servizio andato in onda durante il Giro d’Italia: «Risarcire la città per il danno di immagine». Oliverio: «Vicenda archiviata, si rettifichi»

Pubblicato il: 12/05/2018 – 11:43
«Il sindaco di Cetraro denuncerà la Rai» – VIDEO

COSENZA «Il sindaco farà delibera di incarico ad un legale per denunciare la Rai che dovrà risarcire la città per questo danno di immagine». Lo ha detto il consigliere regionale pd, Giuseppe Aieta, dopo il servizio della Rai che, nell’ambito della tappa calabrese del Giro d’Italia, ha citato la vicenda della nave dei veleni e del latitante che si nascondeva a Paola.
«Potevano parlare delle bandiere blu, del porto turistico, dei teatri, del lungomare, dei musei – dice -. Invece hanno parlato della nave dei veleni. Una vicenda che ho seguito da vicino perché ero sindaco di Cetraro. All’inizio eravamo tutti dubbiosi ma poi arrivò l’archiviazione della Procura nazionale antimafia in seguito al ritrovamento di una nave passeggeri».
«Il sindaco deve denunciare la Rai per il grave danno arrecato ad altre grandi città. Come Paola, dove si è preferito citare un latitante e non il santo. Siamo all’assurdo. Siamo anche molto arrabbiati – conclude – perché a dire che questa caso era chiuso non è stata la politica ma la Procura nazionale antimafia».
OLIVERIO: «VICENDA ARCHIVIATA, SI RETTIFICHI» «Il consigliere regionale, già sindaco di Cetraro, Giuseppe Aieta, ha subito informato il presidente della Regione, Mario Oliverio, che ha immediatamente contattato i vertici Rai al fine di rettificare le notizie infondate sul mare di Cetraro.
«Ho parlato con i responsabili del servizio Rai del Giro d’Italia – ha dichiarato Oliverio – chiedendo una immediata rettifica delle notizie che hanno riguardato una vicenda archiviata dalla magistratura antimafia ormai molti anni fa. Il Giro d’Italia, che è un veicolo di promozione del territorio – e per questo sostenuto dalla Regione Calabria – non può trasformarsi in uno sfregio per questa terra tra l’altro riportando notizie smentite dagli organi giudiziari e ormai datate negli anni. Sarebbe stato opportuno, invece, parlare di Cetraro ed esaltare il riconoscimento della Bandiera Blu ottenuto proprio qualche giorno fa. Cetraro, infatti, si pone tra le mete turistiche più importanti della nautica internazionale come il riconoscimento ottenuto dimostra».
«Così come confermatomi degli organizzatori del Giro d’Italia – conclude Oliverio – attendo fiducioso una rettifica riparatoria di un danno arrecato ad una splendida località turistica calabrese qual è Cetraro».
MAGORNO: «INFORMERÒ IL GOVERNO» Anche il senatore del Pd Ernesto Magorno protesta per la citazione nel servizio della nave dei veleni. «Informerò subito il governo – dice – della vergognosa telecronaca fatta oggi in occasione della tappa calabrese del Giro d’Italia: il passaggio della Carovana rosa lungo la costa tirrenica cosentina, infatti, è stato commentato evocando la vicenda delle navi dei veleni. E’ stata fornita, però, un’informazione non solo parziale ma assolutamente non veritiera, dal momento che il caso – nell’ormai lontano 2009 – è stato archiviato dalla Procura nazionale Antimafia presieduta all’epoca da Piero Grasso: non si trattava di un relitto carico di scorie bensì di una nave passeggeri. Risulta, dunque, inaccettabile la ricostruzione e il racconto che sono stati fatti nel corso della cronaca dell’evento sportivo – continua –; è stato inferto un danno di immagine grave alla Calabria e in particolare alle comunità del litorale tirrenico cosentino, del quale la Rai sarà chiamata a rispondere in tutte le sedi. A partire dal Parlamento, che sarà investito della vicenda da un’interrogazione che mi appresto a presentare per chiedere come sia possibile che il servizio radiotelevisivo pubblico scada nella disinformazione e nei più retrivi luoghi comuni, finanche nel resoconto di eventi sportivi».
https://www.youtube.com/watch?v=8zilsRJVbsQ
STUMPO: «CHIEDERÒ SPIEGAZIONI AL MINISTRO» «Il Giro d’Italia, la corsa Rosa, per anni ha unito il Paese. Per anni, prima in radio poi in televisione, la Rai ha raccontato sempre delle bellezze dell’Italia e dello sforzo epico della carovana». È quanto scrive sulla sua pagina Facbook il deputato di Liberi e Uguali Nico Stumpo. «Sudore e polvere, pioggia e neve, arrivi in montagna e volate sul lungomare – prosegue -. La Rai ha insegnato la nostra lingua, come e più della scuola, a generazioni del passato e ha dato per anni, prima dell’avvento del Web, le informazioni in diretta, la tragedia di Vermicino per tutte. Diffondere il qualunquismo disinformato – aggiunge – come è stato fatto oggi sulla nave dei “Veleni nel mare” di Cetraro è davvero folle. Bastava poco per informarsi della recente Bandiera blu. Molte cose non vanno bene in Calabria e certamente il problema più annoso non è il traffico! Disoccupazione, ‘ndrangheta, sanità, infrastruttura: di cose da dire potevano essercene, tante. Chiederò – conclude Stumpo – con una interrogazione parlamentare al ministro competente, di dirci come sia possibile che sia accaduto ciò».
M5S: «LA RAI HA IL DOVERE DI CHIARIRE» «Francamente non riusciamo proprio a capire questa che definiremmo, ad esser buoni, una “caduta di stile” della tv di Stato. Non possiamo, non vogliamo credere che ci sia una volontà di cagionare danno, ma di certo non ci fa bella figura la Rai». Così Massimo Misiti ed Anna Laura Orrico, deputati del Movimento 5 Stelle reagiscono alla “gaffe” del commentatori della Rai durante il giro d’Italia. «Praticamente – continuano Orrico e Misiti – la Calabria, la costa Tirrenica ne sono uscite a pezzi. Ci domandiamo cui prodest? Ci domandiamo a chi giovi offrire un’immagine cosi deturpante di una regione già fortemente provata da un’economia in forte difficoltà e che vive, o dovrebbe vivere, di turismo. Ma che diavolo c’entrano notizie di questo genere con una corsa ciclistica? Siamo indignati. Basta con gli stereotipi, basta con l’offendere un territorio ed un popolo che lotta per fare emergere gli aspetti positivi e puliti. È vero, in Calabria c’è la ‘ndrangheta, così com’è anche nel resto d’Italia (qualcuno lo sta scoprendo solo negli ultimi anni), ma c’è anche tanta gente perbene, cioè la stragrande maggioranza dei calabresi che non merita certamente questo tipo di pubblicità. Se l’intento del “Giro d’Italia” è quello di promuovere i territori che attraversa, c’è da dire che chiunque abbia pagato per godere di un servizio promozionale avrebbe tutto il diritto di farsi rimborsare».
BEVACQUA: «PREGIUDIZI DURI A MORIRE» «I pregiudizi sono duri a morire, specie quando nascono da una scarsa conoscenza dei fatti. Ma diventano insopportabili quando a veicolarli è quello che dovrebbe essere il servizio pubblico radiotelevisivo, il quale dovrebbe, per definizione, essere latore di un’informazione solidamente ancorata a fonti attendibili e verificate». È quanto dichiara, in una nota, il consigliere Bevacqua a seguito delle affermazioni di un giornalista Rai. «Associare Cetraro – afferma Bevacqua – esclusivamente alla vicenda cosiddetta “nave dei veleni” è a dir poco sconcertante, specialmente se si pone mente al fatto che la vicenda medesima è stata archiviata dalla Procura Nazionale Antimafia, essendosi rivelata la menzogna di un pentito di ndrangheta».
«Ci tengo a ricordare – prosegue Bevacqua – che la Commissione Ambiente da me presieduta ha dedicato una lunga analisi, anche con sedute apposite e in loco, per comprendere al meglio lo stato dei fatti, interloquendo con i comitati territoriali e coinvolgendo l’Arpacal e i vertici dell’Asp. L’esito delle indagini intraprese è stato negativo: nulla è emerso rispetto a quanto con leggerezza era stato diffuso. Ciò non vuol dire che, naturalmente, in presenza di nuove, non ci si attiverà come doverosamente si è sempre agito. Resta fermo, però, che Cetraro, il Tirreno e la Calabria tutta non possono essere identificate con la cronaca nera. A nessuno è concesso insozzare le vite di tanta gente onesta che ogni giorno si impegna per un presente migliore». «Ecco perché – conclude Bevacqua – condivido l’allarme delle comunità interessate e degli amministratori dei territori e sono al loro fianco nel rivendicare rispetto per la verità».

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