CATANZARO Chiudono un occhio, e a volte anche tutti e due gli occhi, gli uffici della Regione chiamati a vigilare sui rapporti crediti-debiti tra amministrazione ed enti strumentali e partecipate della stessa. Lo evidenzia una relazione allegata al Rendiconto dell’esercizio finanziario 2017 della Regione, approvato nei giorni scorsi dalla Giunta e trasmesso al Consiglio per il via libera definitivo, passando prima dall’esame della seconda commissione Bilancio.
IL FONDO PERDITE Sia pure sfoltito, e anche pesantemente, dalle sforbiciate e dalle decapitazioni degli ultimi anni, il “sottogoverno” della Regione resta ammantato da tante zone d’ombra, aggravate evidentemente anche dalle “distrazioni” di una macchina burocratica restia a cambiare registro. Enti strumentali e partecipate sono sempre una “zavorra” se è vero che ogni anno, ancor di più dopo l’entrata in vigore delle nuove normative in materia di contabilità, la Regione accantona somme in un fondo destinato a coprire le perdite di enti strumentali e partecipate: nel Rendiconto 2017 l’importo di questo fondo ammonta a circa 2,6 milioni di euro (con quote di 111mila euro per Sacal, 36mila per Sogas, 1,98 milioni per Field, 470mila per Terina). Nella relazione c’è anche un prospetto esemplificativo dei risultati d’esercizio – in genere negativi, ma forse questo non è più nemmeno una notizia – di alcuni enti, società e fondazioni (giusto per dare un’idea, ecco i – 2,6 milioni di esercizio 2016 di Field e i -472mila euro di Ferrovie della Calabria).
ALLA CITTADELLA UFFICI “DISTRATTI” In corso alla Regione c’è una duplice azione di bonifica dei “carrozzoni” ormai improponibili e di riordino dell’intera galassia degli enti strumentali e delle partecipate secondo stringenti logiche di razionalizzazione e di contenimento dei costi. Il problema è che a complicare queste attività ci si mettono anche le inerzie della macchina amministrativa. La premessa è quanto prevede l’articolo 11, comma 6, lett. j) del decreto legislativo 118/, secondo cui nella relazione sulla gestione della Regione vanno illustrati «gli esiti della verifica dei crediti e dei debiti reciproci con i propri enti strumentali e le società controllate e partecipate. La predetta informativa, asseverata dai rispettivi organi di revisione, evidenzia analiticamente eventuali discordanze e ne fornisce la motivazione; in tal caso l’ente assume senza indugio, e comunque non oltre il termine dell’esercizio finanziario in corso, i provvedimenti necessari ai fini della riconciliazione delle partite debitorie e creditorie». Ed ecco cosa si legge ella relazione allegata al rendiconto 2017 della Regione: «Al fine di dare la predetta informazione, il dirigente del dipartimento “Bilancio, Patrimonio e Finanze”, con nota numero 42980 del 7 febbraio 2018, ha chiesto ai dipartimenti regionali di fornire comunicazioni in merito all’esito della verifica dei crediti e dei debiti con i propri enti strumentali e società partecipate, entro la data del 10 marzo 2018. Successivamente, in considerazione del fatto che, se pur ampiamente oltre il suddetto termine, solo alcuni dei dipartimenti vigilanti, per il tramite degli enti interessati (Arcea, Arpacal, Aterp unica regionale, Azienda Calabria Verde, Azienda Calabria Lavoro) fornivano le informazioni in questione, asseverate dai rispettivi organi di revisione, con nota numero 136637 del 17 aprile 2018 si provvedeva a reiterare la medesima richiesta. Preme sottolineare che, nonostante un lieve miglioramento, anche per l’anno 2017 i dipartimenti regionali hanno posto in essere l’attività di “circolarizzazione dei crediti”, nella migliore delle ipotesi, dopo mesi dalla scadenza assegnata, a ridosso della data dell’approvazione del rendiconto e dietro costante impulso del Dipartimento “Bilancio, Patrimonio e Finanze”. In alcuni casi i Dipartimenti si sono limitati a richiedere alla società e alle Fondazioni di indicare i crediti e i debiti vantati nei confronti della Regione, in altri sono stati assolutamente inerti e solo per pochi di tali organismi si è riusciti a completare la procedura in questione». In sintesi, i dipartimenti vigilanti chiudono un occhio, e a volte tutti e due gli occhi, invece di vigilare, cosa che evidentemente costa parecchia fatica: ora che enti strumentali e partecipate sono stati drasticamente ridotti forse la fatica dovrebbe essere minore. O forse no…
Antonio Cantisani
redazione@corrierecal.it
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