SERRA SAN BRUNO La vicenda ha sollevato parecchia indignazione ma, ad oggi, i contorni non sono del tutto definiti, soprattutto per ciò che riguarda le responsabilità di quanto accaduto. Venerdì scorso, di buon mattino, sono stati abbattuti alcuni alberi secolari che erano all’interno di un parco adiacente alla chiesetta dedicata a San Rocco (foto), all’ingresso di Serra San Bruno, nel Vibonese. Si tratta di diversi platani, alcuni dei quali erano stati piantati nella seconda metà dell’Ottocento, che secondo molti addetti ai lavori erano sani e, vista la dimensione e l’età, sarebbero stati di particolare pregio naturalistico. Il taglio, ad avviso di molti serresi, ha deturpato dal punto di vista estetico un luogo che rappresenta uno dei biglietti da visita della cittadina della Certosa. In un primo momento si era pensato che l’abbattimento fosse stato deciso dalla Curia dietro autorizzazione della Regione, ma col passare delle ore – e con il montare della polemica – è venuto fuori che alla Diocesi di Catanzaro-Squillace non ne sapevano nulla e che il taglio è stato deciso direttamente dalla parrocchia serrese di San Biagio guidata da don Leonardo Calabretta. Ma anche la Regione, ora, declina ogni responsabilità e, tramite il responsabile del procedimento del dipartimento Presidenza (U.o.a. Foreste, Forestazione e Difesa del Suolo), Serafino Nero, fa sapere che lo stesso Dipartimento, «seppur interpellato in merito, non ha rilasciato alcuna autorizzazione, atteso che gli alberi suddetti ricadono in parco urbano e come tali sottratti alla competenza del citato Dipartimento».
La ricostruzione delle responsabilità resta controversa, perché pur essendo un parco verde da sempre aperto al pubblico si tratta di un’area di proprietà dell’autorità ecclesiastica. Il parco di San Rocco, secondo quanto siamo riusciti ad apprendere, non ricadrebbe nemmeno nel Parco naturale regionale delle Serre e, dal Comune di Serra, fanno sapere di non aver ricevuto alcuna comunicazione riguardante eventuali rischi per l’incolumità pubblica. Gli uffici comunali, ad ogni modo, sostengono che non sarebbero potuti intervenire per impedire il taglio. Un taglio che, di fatto, ha spazzato via secoli di storia.
Sergio Pelaia
s.pelaia@corrierecal.it
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