COSENZA L’artista Marcello Jori è stato uno degli ultimi a dipingere Vincent Van Gogh. Lo ha fatto in esclusiva per “La Lettura”, inserto domenicale del Corriere della Sera. L’opera lo raffigura intento ad abbracciare il pittore olandese che si è appena tagliato l’orecchio. «Ti vogliamo bene Vincent», sussurra a quello sinistro, mentre dal destro scorre il sangue. E quello che suggerisce Jori, nella prima giornata di inaugurazione, lo sussurra anche Cosenza. Al museo di piazza Bilotti la mostra multimediale “Van Gogh Alive” debutta anche nella città dei bruzi. Sui pannelli di tela sistemati come dei separè nell’ampia sala del museo, i dipinti digitali di Van Gogh vengono proiettati e sono accompagnati da frasi scritte dall’olandese nel corso della sua vita e da una serie di opere musicali che caratterizzano l’epoca storica in cui sono stati dipinti. La barba e i capelli rossicci passano da uno schermo all’altro, mani mescolano le tempere e vengono proiettate sul pavimento creando una sorta di confine virtuale dal quale osservare le tele che lentamente scorrono, si ingrandiscono e passano alle spalle del visitatore. Ci si immerge nell’arte e capita spesso di scattare all’improvviso come ad afferrare l’immagine che scappa.
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La mostra inizia con il biennio che Van Gogh passa in Francia. La musica da “belle époque”, con l’armonica francese, ricrea l’Ottocento parigino. Fiori e caffè, quelli neri per la pace. «Per lavorare bene bisogna mangiare bene, avere una casa, avere un’avventura di tanto in tanto, fumare la pipa e bere un caffè in tranquillità». Il proiettore manda “La terrazza del caffè all’aperto”, poi lo sbuffare di un treno rompe l’incantesimo. Si arriva nel sud della Francia ad Arles. La colonna sonora è il Momento musicale numero 3 di Schubert. È il tripudio di colori quando appaiono i famosi “Girasoli”. Sono trasmessi sulle pareti, sugli esagoni. La magia dura per tutta la durata dell’esecuzione del compositore austriaco, poi si arriva al periodo più cupo dell’esistenza di Vincent Van Gogh: quello della sua malattia mentale. In quel periodo dipinge la famosa “Stanza”. Nel corso di dieci anni scrive molte lettere. «Ci sono talmente tante persone, specialmente tra i vostri compagni, che immaginano che le parole siano nulla. Al contrario, non è vero che dire una cosa bene è interessante e difficile quanto dipingerla?». Passati gli scritti si arriva ai grandi paesaggi di Auvers-sur-Oise con il celebre “Campo di con grano con i corvi”, atto ultimo della vita del pittore olandese e anche della mostra. Van Gogh Alive sarà visitabile fino al 15 settembre del 2018.
Michele Presta
m.presta@corrierecal.it
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