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Truffa nel Reggino, il falso bracciante in giro con la Ferrari – VIDEO

Nel mirino della Guardia di finanza 33 aziende agricole e oltre 900 lavoratori. Sottratti all’erario oltre 5,6 milioni. Le attività erano in perdita ma i proprietari possedevano ville e auto di lusso

Pubblicato il: 15/05/2018 – 8:48
Truffa nel Reggino, il falso bracciante in giro con la Ferrari – VIDEO

REGGIO CALABRIA C’erano persino un latitante e il proprietario di una Ferrari fra i 923 falsi braccianti che percepivano regolarmente indennità di disoccupazione o malattia, individuati dagli uomini della Guardia di Finanza di Reggio Calabria. Formalmente assunti da 33 aziende agricole sparpagliate fra i comuni di Platì, San Luca, Africo, Casignana e Careri, nella Locride, negli anni si sono appropriati della bellezza di 5,6 milioni di euro, chieste all’erario dai formali titolari delle inesistenti aziende agricole a titolo di indennità per i finti lavoratori assunti. In realtà, ha scoperto la Finanza, non solo quegli uomini non hanno mai lavorato, ma anche quelle aziende agricole, probabilmente, non sono mai esistite. La maggior parte era infatti ubicata nel cuore più inaccessibile dell’Aspromonte, in zone impervie, estremamente complicate da raggiungere con i normali mezzi di trasporto e ancor più impossibili da coltivare. Per questo, nei mesi scorsi i titolari sono stati denunciati per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Locri. Dalle successive indagini sono emerse una serie di contraddizioni fra lo stato dei terreni da coltivare e il reale fabbisogno di braccianti, nonché l’assoluta antieconomicità dell’attività d’impresa formalmente esercitata, mentre le indagini patrimoniali hanno permesso di constatare come alcuni dei lavoratori impiegati, magari destinatari di sussidi, fossero in realtà proprietari di ville e appartamenti di pregio e auto di lusso, fra cui una Ferrari 360 Modena.
https://www.youtube.com/watch?v=aFHo_lZtuQE
I titolari di ogni azienda agricola e dei lavoratori fittiziamente assunti, quindi, sono stati ricondotti alla stregua di soci di una società di fatto, del tutto assimilabile alle società di persone dove il contratto si può perfezionare anche per fatti concludenti, i cui proventi possono essere recuperati a tassazione sulla base del principio della responsabilità solidale dei soci, operante anche per i rapporti tributari e le obbligazioni da essi derivanti. Traduzione, adesso tutti quanti, oltre che con il tribunale, dovranno vedersela con l’Agenzia delle entrate.

a. c.

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