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Inaugurata alla Cittadella la mostra su San Francesco di Paola

Oliverio annuncia che in occasione della canonizzazione, nel 2019, la piazza davanti alla sede della Regione sarà dedicata al Santo

Pubblicato il: 15/05/2018 – 19:23
Inaugurata alla Cittadella la mostra su San Francesco di Paola

A San Francesco di Paola è dedicata la mostra “La Calabria, il Mezzogiorno e l’Europa al tempo di San Francesco”, inaugurata martedì pomeriggio nella Sala espositiva della Cittadella regionale.
L’evento espositivo, che è sotto l’Alto patronato della Presidenza della Repubblica, è stato promosso e finanziato dalla Presidenza della Regione Calabria ed organizzato e realizzato dal Segretariato regionale del MiBact per la Calabria. Il progetto scientifico è di monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, che è anche presidente del Comitato scientifico; ne sono curatrici Angela Accordon e Maria Teresa Sorrenti. Quattro, nel curato allestimento, le sezioni che forniscono un percorso che riporta agli episodi più significativi della vita di San Francesco, tra testimonianze provenienti da musei, parrocchie e privati collezionisti. La prima è dedicata all’iconografia del Santo; la seconda ai suoi rapporti con le istituzioni del tempo; la terza ai miracoli; la quarta alla devozione.
«San Francesco di Paola è il riferimento assoluto dei calabresi, non solo, anche se in primo luogo, in ambito religioso. Una devozione palpabile, commovente, appassionata che raggiunge il culmine della plasticità nella partecipazione popolare alle celebrazioni in onore del Santo, in tutto il mondo», ha detto il presidente Oliverio che ha ringraziato quanti hanno fornito il proprio contributo alla Mostra, nel corso di un incontro che ha preceduto l’inaugurazione, coordinato da Salvatore Bullotta del coordinamento della mostra per la Regione.
«Abbiamo voluto nella Cittadella, la casa dei calabresi, questo evento – ha proseguito Oliverio – perché san Francesco è il patrono della nostra regione ed è giusto che una prima iniziativa di questa portata e valore fosse dedicata alla sua figura. Lo abbiamo fatto a cavallo di due centenari, quello relativo alla nascita, celebrato nel 2016, e quello prossimo del 2019, per la canonizzazione. In quella occasione – ha dunque annunciato – è nostra intenzione dedicare questa grande piazza a San Francesco di Paola, perché credo che anche attraverso questi atti non solo si renda omaggio alla figura di un grande santo dal carisma elevato, ma anche di un grande calabrese che ha proiettato nel mondo i valori, la tempra, la tenacia del figlio di questa terra. Questa iniziativa – ha aggiunto – si inquadra in un percorso di valorizzazione dell’opera, della figura di San Francesco di Paola e tende a recuperare le radici dell’identità di un popolo. Parlare della sua spiritualità, la sua forza religiosa significa parlare al cuore di milioni di persone che lo venerano. Recuperare le radici non è un’operazione meramente nostalgica, ma avere la consapevolezza del percorso che si ha alle spalle, della propria storia; recuperare l’orgoglio di una terra che ha tante positività, lontano dal prevalere delle cose negative che sono certamente da guardare a viso aperto, da combattere con determinazione ma che non possono nascondere i valori. Quelli di una terra che anche nella spiritualità, nella religiosità ha saputo alimentare accoglienza, rispetto della dignità umana. In questa iniziativa dobbiamo cogliere anche questo messaggio».
A sottolineare il valore della mostra inaugurata in Cittadella, il grande impegno profuso per la realizzazione è stato anche il direttore del Segretariato regionale Mibact per la Calabria, Salvatore Patamia che ha, tra l’altro, parlato di un progetto «di altissimo livello dal punto di vista artistico e religioso» in un evento che racconta «la storia, le gesta umane del santo, attraversando i suoi miracoli» ospitato nella Cittadella, secondo una decisione «coraggiosa e vincente». «Sarebbe stato semplice realizzare la mostra in un luogo di cultura classico, con ambienti già distribuiti e spazi ben definiti – ha messo in rilevo – ma abbiamo accettato una sfida trasformando in cui hanno trovato la giusta collocazione 46 opere d’arte divise in quattro sezioni. Argenti, dipinti olio su tela, su ardesia, su rame, ricami in seta policroma, manoscritti, maioliche, incisioni, provenienti da ogni parte d’Italia e prestati senza alcuna riserva da proprietari, privati e pubblici, Curie e Musei, a dimostrazione del prestigio, della credibilità e dell’affidabilità di cui godono gli istituti calabresi del Mibact». «A corredo del percorso espositivo – ha aggiunto Patamia – è possibile partecipare a laboratori didattici che, a scopo divulgativo, sono realizzati per bambini e famiglie, così come a visite guidate».
«È tempo che la Calabria conosca San Francesco anche attraverso un altro taglio, quello che ha fatto di lui veramente un rappresentante della nostra cultura, del nostro modo di essere, protagonista, della storia del suo tempo», ha sottolineato mons. Morosini che ha ricordato l’influsso del Santo nel suo tempo, l’azione pacificatrice che lo pose «al centro di tante vicende politiche che hanno trovato nella sua parola, nei suoi gesti, una strada sicura» . «Credo – ha detto ancora – che noi calabresi dovremmo ritornare a scoprire questa figura e indicarla ai giovani; ne guadagnerà San Francesco, se lo consideriamo in una visione più ampia, ma ne guadagneremo anche noi e ci potremo identificare di più in questa grande figura di eremita e di calabrese veramente importante».
Di «grande operazione di democrazia culturale che offre l’opportunità di conoscere tante opere d’arte» ha quindi parlato l’assessore alla Cultura Maria Francesca Corigliano.
A fornire contributi all’incontro precedente il taglio del nastro, anche Angela Accordon, direttrice del Polo Museale della Calabria e curatrice della Mostra insieme, come detto, alla dottoressa Maria Teresa Sorrenti, che ha parlato della doppia lettura che offre l’esposizione, quella storica e l’altra estetica e della sua importanza anche didattica; l’architetto Mario Panarello che ha curato
l’allestimento; il prof. Francesco Abbate che ha spiegato il percorso per sezioni dell’esposizione.
La mostra resterà in visione dal 15 maggio al 15 agosto 2018. Aperta tutti i giorni compresi i festivi, escluso il lunedì, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19. L’ingresso è gratuito.

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