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«Sviluppo della Calabria, ultima chiamata per la giunta»

di Gregorio Corigliano*

Pubblicato il: 16/05/2018 – 10:27
«Sviluppo della Calabria, ultima chiamata per la giunta»

Buoni propositi? Tanti. Non si contano. Soprattutto in politica. Tanti e non costano. Intanto si fanno, quanto meno per prendere in giro se stessi e chi li segue o ascolta. «Non si possono, però, correggere gli errori del passato, davvero innumerevoli, con lo stesso approccio impiegato nel commetterli». Lo hanno rilevato, ovemai ce ne fosse stato bisogno, i segretari regionali della Cgil, Sposato, della Cisl, Tramonti e della Uil, Biondo, che, con il presidente di Unindustria, Natale Mazzuca, all’indomani della recente nomina della nuova giunta regionale, hanno invitato il presidente Mario Oliverio, a «farsi interprete del disagio e delle esigenze dei giovani, dei cittadini e dei lavoratori (c’è differenza?, nda) e delle imprese calabresi». Perché mai debba farlo da oggi in poi non è dato sapere. Prima, evidentemente, a loro giudizio, Oliverio non lo aveva fatto. O non lo aveva fatto compiutamente o, almeno, con loro soddisfazione. Non personale, ma dei loro rappresentati:cittadini e imprese.
L’invito di Cgil, Cisl ed Uil, oltre che di Unindustria, è quello della necessità, da parte del presidente della giunta regionale, di «prestare ascolto ed attenzione alle istanze emergenti (adesso? prima non c’erano?, nda) facendo sì che le stesse possano trovare risposte adeguate nei programmi di investimento e di sviluppo che, ancorché previsti, stentano a partire, facendo registrare ritardi e negligenze (da parte di chi? chiarezza!, nda) per come più volte denunciato».
Mazzuca, Sposato, Tramonti e Biondo ritengono – non glielo si può contestare – di aver avuto il coraggio (addirittura?) di offrire un contributo per la messa a punto dei fondi Por 2007-2013 – il c.d.Patto per la Calabria- che, a loro parere, ha fornito più di uno stimolo e non pochi spunti per definire il documento finale di programmazione regionale che, sempre a parere di sindacati e industriali, è stato apprezzato da tutti (chi?) a tutti i livelli (quali?) per l’impianto complessivo e per l’individuazione degli obiettivi strategici.
Nulla da dire? Certo che sì. Sempre “ad adiuvandum”, è scontato. Siccome la giunta è nuova, o come si diceva una volta, a quella in carica è stato rifatto il motore, a seguito di promozioni, dimissioni o licenziamenti, non sarebbe stato il caso di ripetere quale era e quale è l’impianto complessivo della proposta-patto per la Calabria? E, soprattutto, quali erano e quali sono gli obiettivi strategici? Se non dell’Associazione degli industriali – oggi Unindustria- almeno dei sindacati che, purtroppo, non sembrano avere più il ruolo di un tempo. E nei fatti non lo hanno più, mentre, invece, dovrebbero averlo! Fin quando esistono. Perché non esiste più la concertazione, perché non ci sono più gli incontri con la Regione, con i partiti, con le amministrazioni comunali e provinciali? È un fatto nazionale o solo calabrese? È stata la Regione a non volerli o si è esaurita quella che gli esperti hanno chiamato e chiamano la loro spinta propulsiva? Non si vedono più a livello nazionale (chi ricorda i nomi dei leader nazionali, come conoscevamo quelli di Lama, Carniti, Benvenuto?) e perché i telegiornali nazionali e regionali non ne parlano, se non raramente? Un motivo ci sarà! Sarebbe anche il caso di chiedersi perché non ci sono gli iscritti di una volta! Perché non si sciopera più, (almeno con la frequenza di un tempo) perché non si bloccano attività pubbliche e private? Se hanno perso di credibilità – si spera di no – di chi è la colpa? Ecco che il motore va “ripassato” proprio ai sindacati, a quelle organizzazioni dei lavoratori che, un tempo non lontano, svolgevano un ruolo affatto secondario per la messa a punto di programmi e strategie di sviluppo. Adesso, invece, in linea di massima, ci sono solo “informative per la stampa”. Una prova ulteriore? Cgil,Cisl ed Uil, con l’Unindustria, hanno invitato il presidente Oliverio a mettere a punto un «Patto di legislatura» da offrire ai calabresi ed al «partenariato economico e sociale» ( il bracciante o l’impiegato o il coltivatore diretto di San Ferdinando o di San Giovanni in Fiore sa di cosa si tratta?) su poche cose realizzabili ed in grado di offrire ricadute positive.
Certo che chiedono poche cose! Il tempo non c’è! Evidentemente ad inizio di legislatura ne hanno chieste molte. E visto che attendono ancora di essere realizzate, giocoforza, ne hanno – giustamente – chiesto di meno. Il tempo, comunque, non ci sarebbe, pur volendo! E, tra queste, cosa chiedono? Velocizzare le procedure di spesa rispetto ai programmi ed ai progetti ai quali è interessata la Calabria. Ed in particolare? Un Piano per il lavoro!
Non è stato fatto compiutamente fino ad ora, secondo le aspettative, e si dovrà fare adesso ad un anno dalla scadenza della giunta regionale. C’è da dire, però, che il piano deve essere coerente con l’itinerante Zes (ben 15 mila i posti di lavoro attesi(!), i programmi di sviluppo da far valere sui fondi nazionali (ma ci sono?) e sul Masterplan Sud (c’è o è quello di Soriero, sottosegretario, che almeno lo aveva fatto?), la sottoscrizione di un protocollo di legalità (fino ad ora nulla?), il riordino della macchina burocratica ( da quanti anni si chiede? repetita iuvant), mettere fine alla stagione dei commissari (ahiahi quali, quelli che ancora assumono?), un deciso segnale in direzione della diminuzione dei costi della politica ( all’italiana o alla calabrese?). La accettiamo, per quel che ci compete, la proposta dei sindacati. Loro stessi – siano sinceri – ci credono? O è stato un dovere di “firma di presenza”. Ci siamo! Non basta più, però. Lo sanno loro stessi. Ne sono consapevoli. Lo speriamo. Ed intanto? «Tiremm innanz», diceva Amatore Sciesa, andando alla forca!

*giornalista

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