COSENZA L’avviso di conclusione indagini per 18 tra funzionari del Comune di Cosenza e imprenditori che avrebbero approfittato degli appalti sotto soglia arriva in concomitanza con la pronuncia del Tribunale del riesame di Catanzaro. La revoca della misura cautelare dell’interdizione dai pubblici uffici è arrivata prima per Carlo Pecoraro, adesso anche per Arturo Bartucci. Nei prossimi venti giorni gli avvocati produrranno le loro memorie difensive, così come gli indagati potranno essere ascoltati dai magistrati. Giorni fondamentali prima dell’udienza preliminare. Certamente la sentenza che arriva da Catanzaro sarà inserita nel fascicolo di difesa e potrebbe mettere in forte dubbio quelli che sono gli indizi di colpevolezza stabiliti dalla procura di Cosenza. L’affare degli “appalti spezzatino” nasce da un esposto presentato dal Movimento 5 stelle di Cosenza. Le fiamme gialle hanno prelevato da palazzo dei Bruzi e passato sotto la lente di ingrandimento oltre 5mila determine.
I soldi tutti elargiti con il metodo della somma urgenza, quindi con un importo inferiore a 40mila euro, venivano dati a ditte che erano “in buoni rapporti” con i dirigenti comunali del quarto piano. Grossi lavori spacchettati in piccoli che permettevano sempre alle stesse ditte di lavorare. Questo è in estrema sintesi l’architrave sul quale si basa l’accusa di corruzione e abuso d’ufficio. Dei coinvolti nell’indagine nessuno ricopre incarichi politici. La Procura aveva chiarito questo aspetto già nel corso della conferenza stampa del 2 novembre. E proprio sul ruolo della politica in questo contesto che gli attivisti del M5S spingono affinché si continui a indagare.
mi. pr.
x
x