CROTONE Il sequestro da 3 milioni di euro ha colpito sette esercizi commerciali tra Crotone e Isola Capo Rizzuto. Si occupano di attività di raccolta delle scommesse e giochi di intrattenimento attraverso l’uso dei cosiddetti Totem. L’operazione, convalidata dal gip di Catanzaro, è stata effettuata dalla guardia di finanza di Crotone su impulso della Direzione distrettuale antimafia guidata dal procuratore capo Nicola Gratteri. E ripropone un canovaccio divenuto quasi un classico: quello dell’infiltrazione delle cosche di ‘ndrangheta nella gestione dei giochi e delle scommesse su eventi sportivi.
Nel provvedimento eseguito giovedì, sono state contestate, nei confronti di 27
persone, condotte riconducibili al reato di intermediazione per l’abusiva raccolta di gioco,
con l’aggravante del metodo mafioso. Gli indagati, secondo l’accusa, avrebbero agito con il fine e la consapevolezza di agevolare la cosca di ‘ndrangheta della famiglia Arena di Isola Capo Rizzuto e l’operazione si inserisce nell’ambito di una più complessa e articolata attività di indagine.
Le indagini avrebbero evidenziato come le attività economiche costituiscano lo strumento operativo attraverso cui gli indagati, titolari e/o gestori delle stesse, avrebbero posto in essere le condotte che vengono loro contestate.
GLI INTERESSI DEL CLAN ARENA La cosca Arena era già stata colpita nel maggio 2017 da un’inchiesta della Dda che ha svelato i suoi interessi nell’ambito del settore delle scommesse. Il reato di concorso esterno nell’associazione mafiosa degli Arena era stato contestato anche a Francesco Martiradonna, al quale, sulla base delle indagini svolte dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Crotone, era riconducibile di fatto la titolarità della società bookmaker Centurion Belt con sede a Malta, e la cui piattaforma di gioco veniva utilizzata nella consumazione dei reati di intermediazione per l’abusiva raccolta di gioco, che costituiscono la base del sequestro eseguito giovedì.
Nel febbraio scorso, anche per la società maltese Centurion Belt, ritenuta dagli inquirenti strumento per la commissione del delitto di concorso esterno alla associazione mafiosa degli Arena contestato a Martiradonna, è stato disposto dal Tribunale di Catanzaro, su richiesta della stessa Procura distrettuale antimafia di Catanzaro, il sequestro preventivo, per un valore economico di circa 18 milioni di euro.
Ingenti sarebbero i profitti, illecitamente sottratti al Fisco, e frutto di un’alterazione della concorrenza che ha determinato la concentrazione della raccolta del gioco online nelle mani del crimine organizzato, precludendo l’accesso ad altri operatori, con la conseguenza di determinare, anche in questo caso, l’ennesimo danno all’economia calabrese.
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