CATANZARO Torna in libertà Salvatore Procopio, 60 anni, posto ai domiciliari lo scorso 27 aprile, insieme ad Antonella Caruso, di 53 anni, funzionaria di “Calabria Verde” l’ente in house della Regione Calabria che gestisce il settore della forestazione, e Salvatore Procopio, di 60 anni, agronomo. L’accusa è di concussione in concorso perché la Caruso, secondo il quadro accusatorio ricostruito dai carabinieri coordinati dalla Procura di Castrovillari, avrebbe costretto un imprenditore boschivo, Antonio Spadafora, di 35 anni, a consegnarle 20mila euro per ottenere un importante appalto per un’attività di disboscamento nel territorio di Castrovillari mentre Procopio, a sua volta avrebbe fatto da tramite, per la richiesta e il pagamento della tangente, tra Antonella Caruso e l’imprenditore boschivo (già sottoposto a misura cautelare nell’inchiesta “Stige” della Dda di Catanzaro).
Venerdì il tribunale del Riesame accogliendo la richiesta formulata dagli avvocati Maria Iaquinta e Giuseppe Lammirato, ha annullato l’ordinanza emessa dal gip Tribunale di Castrovillari dichiarando, per l’effetto, cessata la misura cautelare applicata a Salvatore Procopio.
«Nella piena convinzione di aver sempre agito all’insegna della legalità – ha detto l’agronomo Procopio – è bene che la giustizia faccia sempre il suo corso confidando serenamente e senza riserve nel suo operato – lasciando intendere ancora che – pertanto, il fatto in sé non porrebbe alcun problema se non fosse per quell’aspetto oltremodo lesivo e “spettacolare” di sbattere la notizia in prima pagina e a caratteri cubitali prima ancora di una sentenza, svilendo in un attimo un nome e demolendo completamente la sua immagine, nella totale noncuranza del fatto che per guadagnarsi la stima e il rispetto altrui uno lavora quotidianamente, giorno dopo giorno, magari impiegando anche una intera vita».
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