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Le parole di Pellicori inguaiano Perna

Il Tribunale collegiale di Cosenza ha annullato i domiciliari e disposto il carcere per il giovane imputato e due sodali. Secondo l’ex amico, oggi collaboratore, «aveva un appoggio in Brasile lui, …

Pubblicato il: 18/05/2018 – 22:21

COSENZA Il pericolo di fuga e quello di reiterazione del reato. Sussistono per il tribunale collegiale di Cosenza, organo giudicante del processo “Apocalisse”, queste due condizioni per annullare gli arresti domiciliari e disporre quelli carcerari nei confronti di Marco Perna. I carabinieri del comando provinciale non hanno fatto visita solo a lui ma anche ad Andrea Minieri e Paolo Scarcello. I giudici hanno ritenuto di accogliere solo per questi tre la richiesta del pm Domenico Assumma. Il magistrato della Dda di Catanzaro aveva presentato una lista più lunga ma ad inguaiare la posizioni di Perna, Minieri e Scarcello, si legge nelle carte, sono state le dichiarazioni rese nel corso della fase dibattimentale da Luca Pellicori, “braccio destro” di Marco Perna che ha iniziato la collaborazione con la giustizia il venerdì santo della Pasqua di due anni fa. Pellicori è stato sentito a più riprese. Tre lunghe udienze a cavallo tra il 2017 e il 2018 nel quale ha riferito i fatti che erano in sua conoscenza.

LO SPACCIO I giudici non hanno aspettato la fine degli interrogatori di Vincenzo De Rose e Francesco Noblea, entrambi pentiti. Per accogliere la richiesta formulata a fine mese di aprile dal pubblico ministero hanno utilizzato le dichiarazioni del solo Pellicori, anche se qualcosa nel corso dell’ultima udienza l’ha raccontata anche De Rose in merito allo spaccio di stupefacenti nel periodo degli arresti domiciliari. In buona sostanza sia per Pellicori che per De Rose i domiciliari non spostavano più di tanto i possibili affari dell’imputato. Nell’ordinanza i giudici riportano diversi passi dell’ex amico di Perna. «Quando sono uscito dal carcere – riferisce Pellicori – sono arrivato a casa, mi hanno montato il braccialetto elettronico poi la scorta e i poliziotti sono andati via. Dopo mezz’ora è arrivato lui (Marco Perna ndr) con una bottiglia di champagne e sua moglie augurandomi il meglio». I due, che abitavano nello stesso palazzo si vedevano spesso. Lo riferisce ancora Pellicori: «Avevo un circuito di video sorveglianza montato a casa. Marco Perna non era dotato di braccialetto elettronico quindi scendeva sempre a casa mia. Mangiavamo e discutevamo di tutto: del fare, dei recuperi di crediti e roba varia». I tre giudici del collegio annotano questi passaggi e li inseriscono nella documentazione del processo. Appuntano tutto il discorso che Luca Pellicori fa sulla gestione dei recuperi e l’organizzazione dello spaccio e ritengono che la reiterazione sia una possibilità concreta. Pericolo che sussiste anche per Minieri e Scarcello.
LA FUGA Di “Apocalisse” Marco Perna è l’indagato principale. Lo è diventato ancor di più visto quanto ha raccontato Pellicori. Ed è proprio il collaboratore a riferire di una possibile fuga di Perna in Brasile: «Cercavamo di cambiare nazionalità, andare via, scappare. Aveva un appoggio in Brasile lui, con il fatto dell’ingegner Caruso che ha degli immobili in Brasile». L’ingegnere, sempre secondo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, avrebbe beneficiato di “favori” dispensati dagli appartenenti al gruppo.

Michele Presta
m.presta@corrierecal.it

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