CATANZARO «L’inchiesta mandata in onda l’altra sera dalla trasmissione di La7 “Piazzapulita” (qui il servizio) è l’ennesima conferma di una situazione non più tollerabile in cui versa la sanità calabrese dopo 8 anni di commissariamento da parte del governo nazionale e 9 anni di Piano di rientro dal debito sanitario». Lo afferma il presidente della Regione, Mario Oliverio. «Dati, cifre e testimonianze – prosegue – hanno plasticamente rappresentato lo stato di strutture e servizi che costringono ogni anno migliaia di cittadini calabresi a dover emigrare fuori dalla regione per ottenere una risposta alla loro legittima domanda di salute e di essere curati. Tagli orizzontali e blocco totale del turn over hanno determinato un impoverimento dell’offerta sanitaria e, contestualmente, hanno costretto migliaia di operatori (medici, paramedici e personale infermieristico) a turni di lavoro massacranti. A loro va il mio ringraziamento per avere comunque garantito in questo contesto depauperato servizi a volte anche di qualità. Anche le eccellenze presenti nel panorama calabrese vengono mortificate e marginalizzate da questa grave situazione. Tutto questo è figlio di una gestione commissariale, sciaguratamente chiesta 8 anni fa, che ha sottratto ai calabresi la gestione legittima di chi ha i compiti di governo sanciti dal voto popolare. Il commissariamento romano, che doveva sopperire alle inadeguatezze delle diverse politiche regionali, ha fallito la sua missione ed è da anni che stiamo cercando di ottenere dai governi che si sono succeduti una risposte chiara e definitiva che ponesse fine a questo scempio». «La mobilità passiva – sostiene ancora Oliverio – è diventata un vero e proprio salasso non solo per la finanza pubblica ma per quelle migliaia di cittadini calabresi costretti a migrare fuori dalla Calabria. Il più grande ospedale della Calabria è fuori dalla Calabria e lo stato del servizio sanitario regionale deve far fronte a quelle politiche di tagli indiscriminati con la conseguenza che la stessa aspettativa di vita dei calabresi, come certificato dall’ultimo rapporto Istat, è agli ultimi posti. Lo stesso risanamento economico, che era ed è la missione principale dell’istituto commissariale, di fatto ha prodotto nuovi indebitamenti. Il bilancio consuntivo nel solo anno 2017 ha prodotto un ennesimo risultato drammatico certificando un disavanzo di 101 milioni di euro, mentre la programmazione commissariale condivisa dallo stesso Governo (ministeri Salute ed Economia) prevede un equilibrio di bilancio entro l’anno corrente. Obiettivo non più realizzabile, come è facilmente prevedibile. I governi nazionali hanno la responsabilità di questa situazione, prima decidendo il commissariamento nel 2010 e successivamente avallando le gestioni fallimentari che sono sotto gli occhi di tutti. È ormai arrivato il momento di dire basta a tutto ciò». «Da anni ci stiamo battendo – conclude il governatore – per il superamento della gestione commissariale e per ottenere che vengano rispettati i minimi dei cittadini calabresi. Ci siamo battuti contro governi nazionali di vario colore politico e continueremo a farlo perché il nostro unico obiettivo è difendere e tutelare la salute dei calabresi, un diritto primario, e garantire il funzionamento del servizio sanitario regionale».
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