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Confiscata a Diamante la lavanderia del clan Muto

L’attività era nella disponibilità di Antonio Mandaliti e della moglie, finiti in manette nell’operazione “Frontiera” e ritenuti affiliati alla cosca. Il provvedimento è stato eseguito dalla Dia di…

Pubblicato il: 21/05/2018 – 7:31
Confiscata a Diamante la lavanderia del clan Muto

CATANZARO La Direzione investigativa antimafia di Catanzaro sta procedendo alla confisca della lavanderia industriale “Iacovo Maria”, di Diamante, intestata al coniuge, ma ritenuta nella effettiva disponibilità di Antonio Mandaliti, destinatario, nell’estate del 2016, insieme alla moglie, di misura cautelare detentiva, emessa nell’ambito dell’operazione “Frontiera”, condotta dalla Procura distrettuale di Catanzaro, con la quale sono stati duramente colpiti gli interessi, anche economici, della potente cosca Muto, egemone nel comprensorio di Cetraro.
Il decreto in corso di esecuzione è stato emesso dal Tribunale di Cosenza a seguito di accurate indagini patrimoniali svolte dalla Direzione investigativa antimafia, i cui esiti sono confluiti in una proposta di prevenzione personale e patrimoniale avanzata dal direttore della Dia alla predetta Autorità giudiziaria, che hanno già portato al sequestro del citato bene.
In particolare, il Tribunale ha ritenuto che la suddetta lavanderia industriale sia “…frutto o reimpiego di attività illecita…in periodo di pericolosità sociale del proposto: i sufficienti indizi di tale provenienza illecita, infatti, si ricavano proprio dall’ordinanza applicativa di custodia cautelare nei confronti del Mandaliti per tale reato [ndr. procedimento “Frontiera”], nell’ambito della quale le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia – affermative della fittizietà dell’intestazione della lavanderia Iacovo e dell’atteggiamento del Mandaliti volto ad imporre il monopolio dei relativi servizi grazie alla propria appartenenza alla cosca Muto – sono considerate, oltre che intrinsecamente coerenti, anche estrinsecamente riscontrate dal compendio intercettivo agli atti di quel procedimento…”.
Inoltre, con il medesimo provvedimento è stata disposta nei confronti di Mandaliti l’applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale per la durata di tre anni, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.

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