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«La “visione” su Gioia Tauro non è mai venuta meno»

Leo Pangallo interviene dopo l’inchiesta di Report sulle prospettive di sviluppo dello scalo. «Oliverio ha imposto la questione nell’agenda nazionale. Molte richieste dal mondo imprenditoriale ital…

Pubblicato il: 22/05/2018 – 13:36
«La “visione” su Gioia Tauro non è mai venuta meno»

CATANZARO «“Una scommessa che potrebbe cambiare il destino di un intero territorio e potrebbe intercettare una ricchezza immensa. Ma in questo quadro immaginario e simulato manca nella realtà, la visione di poter andare oltre”. Con queste parole termina un articolo del giornale on line Corriere della Calabria dedicato alla trasmissione di Report sui porti italiani, che ha dato un grande rilievo sulla realtà e le prospettive del Porto di Gioia Tauro». Per Leo Pangallo, ingegnere e collaboratore della Presidenza della Regione Calabria, è «esattamente il contrario. La sottolineatura del ruolo di Gioia Tauro e delle sue potenzialità per la trasformazione dell’Italia in una grande piattaforma logistica mondiale è conseguenza della vision che il presidente della giunta regionale Mario Oliverio ha iniziato a costruire già nel corso della campagna elettorale in un incontro nel 2014 alla presenza di Marco Minniti e di Francesco Russo nella qualità, all’epoca, di esperto di logistica e trasporti (oggi Russo è vicepresidente della giunta regionale, ndr)». 
«Le schede, elaborate per quella iniziativa – continua Pangallo –, sono state consegnate dopo qualche mese a Matteo Renzi nel corso di una sua visita all’ex Omeca di Reggio Calabria. Il convincimento sulle potenzialità del porto e dell’area industriale di Gioia Tauro non è venuto mai meno, anche quando da più parti se ne enfatizzava la fine per gli esuberi o per le discordanze strategiche tra Aponte e la Battistello o per la carenza delle infrastrutture o quando la Zes sembrava una chimera o per la criminalizzazione della struttura portuale vittima di traffici illeciti e di infiltrazioni mafiose».
L’azione del governo regionale «ha prima “imposto” il tema a livello nazionale, offrendo garanzie di credibilità e competenza e riscontrando accoglienza nei ministri Graziano Del Rio e Claudio De Vincenti. È grazie a questa capacità progettuale della giunta regionale che si sono realizzate quelle azioni sinergiche con il governo nazionale che, se non hanno risolto il nodo degli esuberi, hanno tuttavia difeso le retribuzioni e indicato un percorso, programmato investimenti in corso di attuazione (Sistemazione dei fondali, Gateway, realizzazione della banchina ovest e Bacino di carenaggio), promosso attività diversificate (la logistica nel settore dell’automotive), aumentato la sicurezza con il programma di security ed, infine, ottenuto la Zes, dopo un lavoro lungo un anno, che ha portato imprenditori, a partire da Pippo Callipo a investire su Gioia Tauro».
«Dovrebbe pur dire qualcosa – prosegue Pangallo – se importanti operatori di logistica spostano il loro interesse e le loro attività da altri porti italiani verso Gioia Tauro. Ma c’è di più. In queste ore, a seguito dell’avvenuto perfezionamento dell’iter istitutivo della Zes, si stanno intensificando richieste del mondo imprenditoriale italiano e dall’estero che chiedono notizie, incontri, potenzialità a dimostrazione che, certo, l’obiettivo va sempre spostato in avanti; ma questo è possibile solo se si è consapevoli del lavoro svolto. Ed, almeno in questo, il prestigio politico nazionale di Mario Oliverio e la competenza tecnica e professionale di Francesco Russo sono stati fattori che stanno trasformando Gioia Tauro in un grande porto pubblico e in una grande occasione per il Paese. Si apre, ora, un’altra partita. E cioè di garantire che questa vision si esprima anche nel nuovo scenario politico nazionale. Ma questa è un’altra partita».

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