CROTONE Tornano a spirare venti di guerra nel Partito democratico di Crotone. Il tentativo di rappacificare le diverse anime del Pd era stato fatto lo scorso mese di ottobre, al momento della celebrazione dei congressi. Il puzzle, però, era stato composto più per volontà di Mario Oliverio e di Ernesto Magorno, che per convinzione delle aree locali in forte contrasto tra di loro. Al congresso fu firmata una pace armata, che portò all’elezione del segretario provinciale Gino Murgi e di quello cittadino Antonella Stefanizzi. Murgi rappresentava l’area maggioritaria e Stefanizzi quella minoritaria. Si è trattato di un accordo dalle gambe corte, perché i malumori e i mugugni caratterizzarono la fase successiva all’elezione dei segretari e furono ancora più evidenti quando si è dovuti passare alla nomina dei due presidenti. La maggioranza, dopo un braccio di ferro, impose il nome di Franco Seminario a vicesegretario del partito mentre alla presidenza dell’assemblea provinciale andò Mario Galea; per la carica di presidente cittadino, le due parti, avevano pensato a Manuela Asteriti, ma l’elezione non è stata mai formalizzata. C’è stato un lungo periodo di letargo, interrotto dalla campagna elettorale del 4 marzo scorso, che ha visto il Pd soccombere a Crotone (solo poco più del 9%), tradizionale piazza di sinistra. In via Panella, comunque, la batosta elettorale non ha prodotto nessun effetto e il letargo è ripreso, come se niente fosse. Questa mattina, all’improvviso, il risveglio probabilmente dovuto ai nuovi venti di guerra che spirano nel Pd nazionale i cui refoli arrivano in Calabria e a Crotone. Stefanizzi, probabilmente svegliata da un vento nazionale che di striscio è arrivato a Crotone, ha convocato l’assemblea cittadina per procedere all’elezione del presidente. A questa iniziativa c’è stata la risposta immediata di Asteriti che, con un comunicato, annuncia di ritenere che «non sussistono ad oggi le condizioni per poter assumere la presidenza dell’assemblea cittadina del Pd dopo otto mesi di ingiustificato totale silenzio e senza che si intraveda, un progetto politico». Ha quindi ritirato la sua candidatura. Si tratta di una ripresa del conflitto, che aveva avuto i momenti più caldi qualche settimana prima dell’elezione del segretario di federazione e di quello cittadino. Questo avviene nel totale silenzio di Murgi, che continua a stare in letargo.
Gaetano Megna
redazione@corrierecal.it
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