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Un convegno (sulla sanità) spacca il Pd calabrese

Duro scontro tra Mirabello e Viscomi. Il deputato accetta di partecipare a un’iniziativa organizzata a Serra San Bruno dagli oppositori di Censore e il consigliere regionale lo attacca a testa bass…

Pubblicato il: 24/05/2018 – 10:37
Un convegno (sulla sanità) spacca il Pd calabrese

SERRA SAN BRUNO Galeotto fu il convegno. E il fatto che si tratti di sanità non fa che rendere più grevi alcune delle dichiarazioni delle parti in causa. Lo scontro, durissimo, che va in scena in queste ore è tutto interno al Pd e si consuma nella montagna vibonese, a Serra San Bruno, dov’è di casa uno degli sconfitti eccellenti delle scorse elezioni politiche (l’ex deputato, ex consigliere regionale ed ex sindaco Bruno Censore). E dove è padrona di casa un’amministrazione comunale targata Pd che a Censore fa diretto riferimento. Come fa diretto riferimento a lui uno dei protagonisti della polemica, il consigliere regionale Michele Mirabello, che rompendo ogni diplomazia ha attaccato a testa bassa il deputato del suo stesso partito Antonio Viscomi, eletto nel collegio proporzionale che comprende lo stesso territorio in cui Censore, all’uninominale, è risultato sconfitto (in foto: Censore, Mirabello e Viscomi insieme in una recente iniziativa elettorale).
Ad accendere la miccia è un movimento civico (“Liberamente”), che nel consiglio comunale serrese esprime tre dei quattro consiglieri di opposizione e che dunque, tra i confini della cittadina bruniana, di Censore e del Pd è attualmente il più acerrimo avversario. Liberamente organizza un incontro pubblico per discutere di sanità e del locale ospedale, svuotato dai tagli del Piano di rientro concretizzato dagli ex governatori Loiero e Scopelliti e mai riattivato nella sua funzionalità come pure, in parte, prevedono gli ultimi decreti del commissario Scura che, finora, non hanno trovato attuazione nella realtà. Il giovane sindaco “censoriano” Luigi Tassone di recente suona la carica dei sindaci della zona e si dice pronto – emulando un poco fortunato annuncio del “suo” governatore, Mario Oliverio – ad incatenarsi davanti all’Asp di Vibo, che guarda caso è guidata da una oliveriana di ferro, la dg Angela Caligiuri. “Liberamente” controbatte: «Siamo pronti ad unirci alla lotta, ma l’amministrazione locale si è svegliata con due anni di ritardo, con un cambio di rotta che sembra dovuto più al mutato scenario politico che ad una presa di posizione indipendente». Quindi il movimento civico rilancia e propone l’assemblea della discordia per sabato 26 maggio, gli organizzatori assicurano di aver invitato tutti i rappresentanti istituzionali del territorio senza distinzioni di partito e colore politico, e all’appello rispondono positivamente il presidente dell’Ordine dei medici e i parlamentari Wanda Ferro (FdI), Giuseppe Mangialavori (Fi) e, appunto, Viscomi. Apriti cielo.
Mirabello, che non è un montanaro ma è un fedelissimo di Censore, attacca a muso duro: a suo parere la presenza di Viscomi a un’iniziativa organizzata dagli avversari del Pd locale è «imbarazzante», e lo stesso Viscomi starebbe dimostrando «ambiguità politica», agendo in maniera «scomposta e provocatoria». L’ex vicepresidente della Regione risponde con il suo solito aplomb – «quando non si hanno ragioni forti per sostenere la propria posizione si ricorre all’aggressività verbosa e offensiva, confrontarsi con chi la pensa diversamente dovrebbe essere cosa normale in un Paese normale» – ma non rinuncia alla stoccata: «Non capisco se il problema è la mia presenza a Serra San Bruno o il fatto che io sia stato chiamato a parlare di sanità insieme a deputati e senatori di altri schieramenti politici». Mirabello spiega di non essere mai stato invitato al convegno galeotto e controreplica a stretto giro: «Le dichiarazioni di Viscomi, che tenta di porre rimedio ad una gaffe inaccettabile, sono una pezza peggiore del buco che tenta di coprire. Rimane un forte dubbio. Nella circostanza, il deputato del mio partito ci è o ci fa?».
La polemica è dunque servita. E nel Pd – o nei Pd – delle tentazioni macroniane e delle vendette da piedistallo perduto basta un convegno paesano ad accenderla. Poco importa che si tratti di ospedali, di salute, di diritti essenziali che a certe latitudini vengono sbandierati in ogni campagna elettorale e poi, da troppo tempo, sistematicamente negati.

Sergio Pelaia
s.pelaia@corrierecal.it

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