LAMEZIA TERME Ora è tutto più chiaro: la (comunque comprensibile) levata di scudi della politica, l’incazzatura di Mario Oliverio, la telefonata in diretta al Giro d’Italia per chiarire che citare le “navi dei veleni” aveva creato un danno d’immagine irreparabile alla Calabria (qui un servizio sulla polemica). È tutto più chiaro perché proprio sul ritorno d’immagine era basata la partecipazione della Regione alla corsa a tappe giunta alla 101esima edizione. Un pezzo di storia non soltanto sportiva del Paese: l’amministrazione pensava di “utilizzare” il Giro come vetrina per “vendere” il prodotto Calabria. E invece quel servizio della Rai con il riferimento alla cronaca delle carrette (tossiche) del mare ha rovinato un investimento cospicuo. Era l’11 maggio: la volata vincente dell’irlandese Bennett chiudeva la Pizzo-Praia a Mare e apriva idealmente polemiche e annunci bellicosi da parte della politica. Nelle stesse ore in cui si promettevano richieste di risarcimento e annunciavano interrogazioni parlamentari, gli uffici della Regione predisponevano i documenti per l’acquisto degli spazi pubblicitari del Giro: una beffa da 488mila euro. Spesa “prenotata” il 14 maggio, tre giorni dopo il caso mediatico. E dire che il Giro d’Italia, nella delibera che dà l’ok all’investimento, «è considerato tra i più importanti eventi sportivi e mediatici sia in Italia che all’estero, e costituisce una notevole opportunità di promozione per la destinazione Calabria». Di più: una «eccezionale opportunità di visibilità sul palcoscenico nazionale e internazionale». E poi i numeri mirabolanti di spettatori e lettori (sulla Gazzetta dello Sport), in virtù dei quali il dipartimento Turismo «ha avviato una specifica interlocuzione con la Società Rcs Sport Spa», proprietaria del marchio Giro d’Italia. Rcs Sport vende bene il proprio prodotto e l’esclusiva ha i suoi costi. Oltre agli striscioni promozionali personalizzati «con le location più rappresentative del territorio calabrese da posizionare sui percorsi di tutte le 21 tappe del Giro», nell’offerta sono inclusi «gonfiabili personalizzati posizionati lungo gli ultimi 10 chilometri», «uno stand personalizzato Regione Calabria di 16 metri quadrati nelle aree arrivo e partenze con posizionamento di monitor per la messa in onda di filmati sull’offerta turistica calabrese» e «spazi promozionali (banner) all’interno del sito ufficiale del Giro d’Italia». Per migliorare l’offerta, la società milanese include anche «lo studio grafico e la creatività della campagna, nonché la progettazione e la stampa di 50mila flyer da distribuire durante la manifestazione».Tutto programmato per il meglio, se non fosse stato per quel servizio che ha tirato in ballo la “nave dei veleni” di Cetraro. (ppp)
x
x