REGGIO CALABRIA Luogo di straordinaria bellezza e realtà geologica unica ma anche luogo di prigionia per i sequestrati negli anni 70 e rifugio per i latitanti di ‘ndrangheta. È l’Aspromonte che è stato “processato” da un giudice e “assolto” dai «suoi drammi e dai peccati dell’ultima generazione commessi da figli che hanno tradito la propria Madre. Perché la bellezza, ogni bellezza, sovrasta il peccato e i peccatori». È successo al teatro Cilea di Reggio Calabria dove è andato un scena in anteprima nazionale “Processo all’Aspromonte”, spettacolo prodotto dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte con l’associazione culturale La Fenice, con l’interpretazione degli artisti Giacomo Battaglia e Gigi Miseferi, della giovanissima Emilia Mallamaci, sotto la regia di Francesca Grenci e con la partecipazione del musicista Bruno Pugliese. L’idea dello spettacolo, è scritto in una nota, «nasce da una intuizione del presidente dell’Ente Parco Giuseppe Bombino, che ha scelto di esaltare, oltre ogni dramma, la bellezza d’Aspromonte, le sue radici mitologiche, gli alberi secolari, le figure storiche millenarie, le sue tradizioni e le sue potenze geologiche».
«È arrivato il momento – ha spiegato Chiara Parisi, responsabile comunicazione dell’Epna nell’appassionata ed emozionante introduzione – di riscrivere la storia dell’Aspromonte appellandosi al diritto all’oblio e al perdono per i peccati che hanno segnato questa Terra, perché l’Aspromonte è esso stesso vittima e strumento di quel peccato e ha il sacrosanto diritto, con la sua gente, di risollevarsi da esso». In Aspromonte, prosegue la nota, «c’è ancora la passione di Corrado Alvaro e Saverio Strati, i racconti di Edward Lear, le sue fiumare, le sue chiese, i monumenti, i paesini arroccati che sembrano presepi, le narrazioni di chi ne ha lasciato testimonianze. E l’Aspromonte con le sue peculiarità e la sua forte identità, è anche una realtà geologica unica, che ha permesso di giungere alla candidatura mondiale nella Rete dei Geoparchi Unesco, proiettando questa Terra sulla scena internazionale».
«C’è la bellezza in Aspromonte – ha sostenuto Bombino – che oggi ha scelto di “raccontarsi e non più di essere raccontata”. Ho vissuto un momento indimenticabile, in cui Reggio e l’Aspromonte tutto si sono stretti intorno a una idea che ha accompagnato il mio mandato come presidente del Parco e che oggi ho visto divenire realtà. Il nostro Aspromonte è questo: è bellezza, è cuore, è passione: il vero Aspromonte ha vinto. Grazie a chi ha creduto che potesse succedere, grazie a chi ci sostiene e continuerà a farlo».
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