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In Calabria 49 Comuni al voto (e nessun ballottaggio)

Tutti i centri interessati dalla tornata elettorale del 10 giugno sono inferiori a 15mila abitanti. Due i candidati in lizza a Locri. Il caso San Luca, dove non si vota (di nuovo)

Pubblicato il: 27/05/2018 – 11:15
In Calabria 49 Comuni al voto (e nessun ballottaggio)

Sono 49 i Comuni al voto in Calabria domenica 10 giugno in una tornata elettorale che interesserà 162mila abitanti. Nessuno dei centri interessati sarà chiamato al turno di ballottaggio, dal momento che tutti sono inferiori ai 15.000 abitanti. I dodici Comuni al voto in provincia di Catanzaro sono: Cardinale, Curinga, Decollatura, Gasperina, Guardavalle, Magisano, Montauro, Nocera Terinese, San Mango D’Aquino Santa Caterina Dello Ionio, Satriano, Stalettì. Sedici i centri alle urne in provincia di Cosenza, si tratta di: Bonifati, Canna, Cariati, Casali Del Manco, Castrolibero, Corigliano Calabro, Dipignano, Maierà, Malito, Mandatoriccio, Marano Marchesato, Paterno Calabro, Piane Crati, San Lucido, San Martino Di Finita, Serra D’Aiello, Terravecchia. In provincia di Crotone si vota in quattro Comuni: Cerenzia, Petilia Policastro, Savelli, Scandale, mentre altri sei sono i centri chiamati alle urne in provincia di Vibo Valentia: Dinami, Filandari, Gerocarne, Mileto, Parghelia, Polia. Infine, per la provincia di Reggio Calabria, si eleggono sindaco e Consigli comunali in undici comuni: Candidoni, Condofuri, Cosoleto, Fiumara, Gioiosa Ionica, Locri, San Pietro di Caridà, San Procopio, Santa Cristina D’Aspromonte, Seminara, Serrata. Proprio nella provincia di Reggio Calabria si registrano le maggiori curiosità.
Non si vota, infatti, a San Luca, dove non è stata presentata alcuna lista. Nel paese di Corrado Alvaro, ma anche noto per la faida che provocò la strage di Duisburg, l’ultimo tentativo di ridare organismi democraticamente eletti risale al 2015, quando venne presentata una sola lista che, però, non raggiunse il quorum del 50 per cento più uno degli aventi diritto. Da allora, l’ente comunale è gestito da una commissione straordinaria. Altra curiosità è quella legata al Comune al voto con il maggior numero di abitanti. Si tratta di Locri dove sono due gli aspiranti sindaci, l’uscente Giovanni Calabrese sostenuto dalla civica “Tutti per Locri” ed Enzo Carabetta, sostenuto da “Scelgo Locri”.
A SAN LUCA URNE CHIUSE Dal 2015 nessuno ci vuole provare. Anzi, ci ha provato una sola lista, proprio tre anni fa, ma senza raggiungere l’obiettivo del quorum necessario. A San Luca, centro dell’Aspromonte calabrese, non si voterà nemmeno il prossimo 10 giugno. Sono tre anni che nessuna lista arriva sul tavolo del palazzo comunale prima della scadenza dei termini. Nel paese che ha dato i natali allo scrittore Corrado Alvaro, nessuno vuole candidarsi. Purtroppo, alle spalle di questa decisione drastica, c’è anche l’ombra della ‘ndrangheta. Da queste parti la faida ha seminato diversi morti ammazzati nella guerra tra le famiglie Pelle-Vottari e Nirta-Strangio. Ed allora, amministrare un Comune diventa un’utopia. Qualcuno in paese, e non sono pochi, preferisce rimanere con la commissione straordinaria che amministra la cittadina in provincia di Reggio Calabria. Anche perché, con il clima di questo paese, si rischia uno scioglimento (l’ennesimo) appena dopo le elezioni, visto che praticamente tutti o quasi hanno parentele o amicizie strette con persone dal cognome sospetto. Lo scorso anno un primo scossone arrivò dall’ex giudice Romando De Grazia e dal sindacato indipendente di polizia Coisp con la proposta di candidatura a sindaco dell’allora segretario regionale del sindacato, Giuseppe Brugnano. Un percorso che, però, dovette fare i conti con le difficoltà oggettive per completare l’iter di presentazione di una lista. Pochi giorni fa è arrivata la proposta del massmediologo Klaus Davi, pronto a candidarsi al punto da chiedere una riapertura dei termini alla Prefettura. Anche quest’anno, però, le urne resteranno chiuse nel centro di San Luca. Il 10 giugno sarà una domenica come tutte le altre ed i cittadini continueranno a vivere con a fianco i commissari straordinari, che da tre anni hanno praticamente trasferito il loro ufficio nel piccolo palazzo comunale.

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