LAMEZIA TERME È stato convalidato dal gip di Lamezia Terme il fermo emesso nella tarda serata di venerdì scorso nei confronti di Salvatore Amato, 31enne di etnia rom accusato dell’omicidio di Luigi Berlingeri, 51 anni, avvenuto nel primo pomeriggio di giovedì nel corso di una lite. Il gip ha inoltre emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere. Nel corso delle indagini, condotte dalla Polizia di Lamezia e dalla Squadra mobile e coordinate dal procuratore capo Salvatore Curcio e dal sostituto Emanuela Costa, è emerso che a scatenare la tragedia sarebbe stato il rumore causato da un quad che girava nel campo rom di contrada Scordovillo disturbando alcuni abitanti. Questa la miccia che avrebbe scatenato la lite nella quale Massimiliano Amato, fratello del presunto omicida, era parte attiva e ne stava avendo la peggio. È a questo punto che è intervenuto, secondo quanto emerso dalle indagini, Salvatore Amato che, preso un fucile calibro 12 dal cavo di un albero vicino alla sua abitazione, ha esploso due colpi nella mischia colpendo al volto Luigi Berlingeri, il quale nella rissa sarebbe intervenuto per sedare gli animi. Inutile il trasporto in ospedale: per il 51enne non c’è stato niente da fare.
Nel frattempo i fratelli Amato, dopo avere distrutto e buttato il fucile in un campo già invaso da altri rifiuti, si sono recati da una zia nel quartiere detto “Ciampa di cavallo”. È qui che venerdì intorno alle 16 li hanno rintracciati gli inquirenti dopo avere a fatica aperto una breccia nella cortina di omertà che caratterizza la comunità rom. Al termine di un lungo interrogatorio, intorno alle 21:55 Amato ha parzialmente ammesso le proprie responsabilità cercando di ammantarle di giustificazioni e versioni non ritenute attendibili dagli investigatori che hanno emesso il fermo.
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
x
x