REGGIO CALABRIA Come color che son sospesi. Francesco Cannizzaro e Wanda Ferro sono in un limbo. Che dilemma, il loro: dalla doppia poltrona alla possibilità di non conservarne nemmeno una.
La crisi istituzionale senza precedenti, culminata ieri con lo stop del presidente della Repubblica Mattarella, il passo indietro di Conte e l’archiviazione dell’ipotesi di governo M5S-Lega, dopo 82 giorni di trattative e di immobilismo, ha scaraventato nella più totale incertezza i due consiglieri-deputati calabresi. Che ora devono decidere, e pure in fretta. Ma non è mica facile. Hanno solo due strade da seguire: una corta ma sicura, l’altra lunga ma oltremodo incerta. Cannizzaro e Ferro possono accontentarsi o rischiare. Nella prima ipotesi significa optare per il Consiglio e conservare uno scranno sicuro fino alla fine del 2019; nella seconda mantenere l’incarico alla Camera e sperare che la legislatura dura 5 anni.
OBBLIGATI A SCEGLIERE Lo scorso 21 maggio, il consiglio regionale ha preso atto della incompatibilità delle due cariche e ha dato a Cannizzaro e Ferro 10 giorni (a decorrere dalla data di notifica) per esercitare l’opzione: o Palazzo Campanella o Montecitorio. La prima scelta, fino a ieri nemmeno presa in considerazione, ha riacquistato valore proprio dopo gli sviluppi di ieri. La possibilità di continuare a fare i consiglieri regionali fino all’autunno 2019 non è più un ripiego, ma rappresenta adesso l’unico approdo sicuro in un quadro in continua evoluzione.
Già, perché per optare per il Parlamento (seconda scelta) oggi serve una buona dose di coraggio politico. Il tentativo di Mattarella, che punta su Carlo Cottarelli per un governo di servizio che traghetti l’Italia al voto, passando per la Legge di stabilità e quella elettorale, sembra destinato a naufragare anzitempo; e, in ogni caso, un governo di questo tipo non avrebbe alcuna possibilità di durare per un’intera legislatura. Lo scenario più probabile, secondo tutti gli analisti, è quello di elezioni anticipate già a settembre.
Una prospettiva di questo tipo potrebbe spingere Cannizzaro e Ferro a sciogliere gli ultimi dubbi e a farli infine ripiegare su Palazzo Campanella. Ma se poi Cottarelli (Mattarella) dovesse riuscire a formare un governo solido, capace di tirare a campare per uno, due o più anni? Ecco il dilemma del forzista e della meloniana: puntare sulla prudenza e sulla conservazione a breve termine o rischiare tutto, mettendo in conto che un’eventuale scioglimento anticipato delle Camere potrebbe farli rimanere a mani vuote. Dalla doppia poltrona a niente. E dire che, pochi giorni fa, proprio durante la seduta del 21 maggio, quando il governo “carioca” sembrava ormai cosa fatta, Cannizzaro aveva annunciato la sua volontà di lasciare il Consiglio calabrese per dedicarsi al suo impegno da parlamentare.
Ora non sarà facile, per lui e Ferro, prendere una strada anziché un’altra. Entrambi sono in un limbo. E tra pochissimi giorni saranno obbligati a prendere una decisione.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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