CATANZARO «E no, la vittima proprio no. Il mandato del presidente Oliverio affidato al dott. Giacomino Brancati è stato chiaro ed inequivocabile: lavorare per portare l’Asp di Reggio Calabria ad una gestione normale, consapevoli della drammaticità che la stessa vive da decenni. C’era e c’è bisogno di un vero e proprio piano di bonifica e di ricostruzione. Brancati è stato scelto in quanto dirigente regionale di lungo corso e, quindi, come profondo conoscitore della sanità calabrese. La sua, quindi, è stata una scelta tecnica che, nel tempo, si è dimostrata inadeguata». A dirlo, attraverso una nota stampa della Giunta regionale, il del delegato alla sanità Franco Pacenza.
«È ingeneroso – dice – da parte di Brancati non riconoscere che nei momenti drammatici, come l’attentato da lui subito, già nella nottata e poi la mattina successiva la presidenza della regione era al suo fianco. Su queste cose non si scherza e noi abbiamo svolto appieno il nostro ruolo». «Anche la meraviglia che manifesta Brancati non corrisponde al vero – aggiunge Pacenza -. Più volte sia il sottoscritto che il presidente Oliverio abbiamo rappresentato l’acuirsi delle tensioni e la necessità di staccare la spina. Altro che strane coincidenze!».
«La certezza nei percorsi di contabilità nei pagamenti pregressi e correnti è stata e continua ad essere la prima grande preoccupazione della Regione e, anche su – spiega -, questo si sono accumulati gravi e pesanti ritardi. La regolarizzazione della partita debitoria è il punto 15 degli obiettivi del commissario al piano di rientro che aveva attivato un soggetto attuatore, poi dimessosi, già nel 2015. Oggi, dopo tre anni, si riavvia il soggetto attuatore e si invocano strane coincidenze».
«Sono solo i fatti, le inadempienze, i ritardi, l’isolamento – conclude Brancati – in cui si ritrova l’Asp di Reggio Calabria ad aver costretto il presidente Oliverio a determinarsi, anche dopo le tante sollecitazioni andate a vuoto».
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