REGGIO CALABRIA I medici di famiglia gli chiedono di dimettersi. Oliverio anche. Giacomino Brancati, da (apparentemente) inamovibile direttore generale dell’Asp di Reggio Calabria, è il manager più in bilico della sanità più precaria d’Italia. Il governatore lo ha scaricato lunedì con una lettera durissima: i servizi sono inadeguati, le disfunzioni sempre uguali, nonostante «soluzioni concordate che nei fatti rimangono senza alcuna attuazione». Una bocciatura in piena regola, giunta per certi versi inaspettata. Di certo lo è per il direttore generale, che ai microfoni della Tgr Calabria si è detto sorpreso. «Strano che questa decisione arrivi proprio ora che stiamo lavorando sui conti con il commissario Scura». Proprio così, con Scura: lo stesso che qualche settimana fa chiese a Oliverio di mandare a casa Brancati. E adesso trova «singolare che tutto ciò avvenga proprio ora che è stata istituita una task force per i debiti». Il dg e il commissario si sono visti questa mattina al Cedir, dove Scura si è recato per un saluto con il nuovo procuratore capo Giovanni Bombardieri. Proprio mentre i medici di base, delusi dalle «promesse non mantenute», sembravano ribadire la richiesta avanzata da Oliverio. Il manager intanto risponde al presidente della giunta regionale: «Valuteremo la sua lettera con i collaboratori. Valuteremo se ci sono i termini contrattuali. Sono arrivato alla guida dell’azienda e qui c’era già un disastro sottoscritto anche dalla guardia di finanza. Ho lavorato in solitudine, ho avuto anche un attentato e proprio ora vengo lasciato completamente solo. Forse a qualcuno fa comodo che la ragioneria che stiamo facendo ripartire – è il dubbio del dg – non funzioni proprio. così magari si continuerà a pagare due o tre volte la stessa prestazione?». Anche Scura è rimasto perplesso dalla lettera che ha gettato nel caos la sanità reggina. «Vicenda strana – dice –, singolare che avvenga dopo la costituzione di una task force per sanare il debito di Reggio. Proprio adesso che il dg ha bisogno di sostegno in questa azione lo si vuole rimuovere». Non fosse troppo strano per essere vero, si potrebbe dire che nel pianeta della sanità calabrese c’è un nuovo asse Scura-Brancati che si contrappone alla Regione guidata da Oliverio. E dire che il dg, fino a lunedì, era dato per favorito nella successione a Bruno Zito, che guida ad interim il dipartimento Tutela della Salute. Pareva uno degli uomini del presidente, ora viene trattato come il peggiore dei nemici, persona non grata. E dire che a Oliverio erano arrivate sollecitazioni in quantità industriale per rimuovere Brancati: da Scura, dal Movimento Cinquestelle, dal tavolo ministeriale di verifica, dai sindaci della Locride. Ma il presidente ha i suoi tempi. E ha aspettato per mesi prima di convincersi della (comunque presunta) inadeguatezza del manager. La tempistica scelta, tra l’altro, potrebbe trasformarsi in un problema politico. Scura e Brancati, infatti, hanno gioco facile a esclamare “proprio adesso che si vuole mettere mano ai conti dell’Asp e pagare il debito”. Come se l’intervento di Oliverio volesse fermare il processo di revisione appena, seppure tardivamente, avviato.
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