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«Chiarezza su endoscopia digestiva dell'Asp»

di N. Simone e G. Condemi*

Pubblicato il: 29/05/2018 – 18:52
«Chiarezza su endoscopia digestiva dell'Asp»

In merito alle recenti notizie di stampa riguardanti l’acquisto di strumenti dedicati all’Endoscopia digestiva da parte dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria – inizialmente “contesi” dai presidi ospedalieri di Locri e Melito e infine assegnati a quest’ultimo con nota n. 31299 del 24 maggio 2018 firmata dal direttore sanitario aziendale dottor Pasquale Mesiti – la Uil Fpl auspica che le reali esigenze di entrambi i territori potranno essere soddisfatte. Pur apprezzando lo sforzo compiuto al fine di migliorare un settore importante e di grande impatto nell’assistenza sanitaria della popolazione generale, non è ammissibile constatare ancora una volta che una struttura spoke dell’Asp (quella di Locri) sia totalmente sguarnita del servizio di Endoscopia digestiva; problematica da noi già ampiamente denunciata in precedenza a proposito dei ripetuti casi di pazienti trasferiti dal Pronto soccorso del presidio ospedaliero di Locri verso l’ospedale metropolitano di Reggio Calabria. Privare un Dea di I livello di un settore indispensabile quale quello dell’Endoscopia digestiva espone i pazienti affetti da patologie anche molto gravi – e purtroppo molto frequenti quali le emorragie digestive – a un enorme rischio ed espone altresì i sanitari di tale struttura a pesanti conseguenze dal punto di vista medico-legale. Spiace, alla luce di quanto rappresentato, dover constatare che quel che è stato riportato dalla stampa relativamente a un potenziamento in itinere della sanità locridea, risulti destituito di ogni fondamento, anzi, come sindacato, ne registriamo per tabulas e diretta testimonianza (in ultimo chiusura della radiologia docet) un costante, progressivo e inarrestabile depauperamento. Non risulta, altresì, corretto da parte di chi preposto, sulla scorta di informazioni non veritiere indurre la Prefettura a credere che sia in atto un significativo miglioramento delle condizioni dell’ospedale di Locri. Confidiamo che tali argomenti non finiscano per essere uno stucchevole terreno di scontro politico, come avvenuto in questo caso, dove a perdere è sempre il cittadino comune. Pertanto, nell’esercitare a pieno il nostro ruolo finalizzato alla difesa dei diritti dei pazienti, intendiamo sottoporre alla direzione generale dell’Asp alcuni quesiti e per conoscenza alla Prefettura di Reggio Calabria:
1. Esiste effettivamente presso il presidio ospedaliero di Melito Porto Salvo, dato che nell’atto aziendale non risulta, una Unità operativa denominata “Endoscopia digestiva chirurgica”, come riportato sulla stampa e persino nella delibera firmata dal direttore sanitario aziendale?
2. Corrisponde al vero quanto riportato negli articoli e cioè che presso tale Unità operativa di Endoscopia digestiva chirurgica di Melito si effettuino circa 2mila esami endoscopici l’anno? Quali sono le modalità di accesso dei pazienti esterni a tale servizio, dal momento che tali prestazioni non risultano ad oggi prenotabili attraverso il numero verde aziendale e non esiste documentazione riguardante i tempi di attesa?
3. Come mai non è possibile prenotare direttamente una Esofagogastroduodenoscopia in nessuno dei centri endoscopici dell’Asp attraverso il numero verde aziendale, (compreso Melito) dato che si tratta di una prestazione compresa nei Lea?
4. Quanti pazienti sono stati inviati fuori provincia per effettuare l’esame di colangio-pancreatografia-retrograda-endoscopica? da quali Unità operative aziendali? Con quale costo complessivo, dal momento che il dottor Dattola quantificava una cifra di circa 7.400 euro per singolo paziente, e perché non è stata utilizzata la struttura hub di Reggio Calabria, come avviene quotidianamente per le urgenze?
5. Sussistono presso il presidio di Melito i requisiti qualitativi (sale di endoscopia, reperibilità endoscopica, rianimazione) e quantitativi (adeguata casistica annuale) per effettuare le Colangio-Pancreatografia-Retrograda-Endoscopiche?
Infine, dato lo sforzo dichiarato dallo stesso direttore generale dell’Asp in un recente tavolo tecnico alla presenza del Prefetto e date le risorse umane e strumentali adesso evidentemente disponibili nell’ambito dell’Endoscopia digestiva, si chiede: a) l’attivazione immediata del numero verde; b) l’immediato ripristino di un servizio di pronta disponibilità endoscopica (20-8) fra i presidi ospedalieri dell’Asp, che coinvolga tutte le figure professionali esistenti nei diversi Centri, al fine di evitare i continui e pericolosissimi trasferimenti verso la struttura hub di Reggio Calabria, specie in orario notturno.

*Uil medici

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