COSENZA Ben Amor Nasreddin Chedl è stato arrestato dagli agenti di polizia della squadra mobile di Cosenza. I poliziotti lo hanno rintracciato nella sua abitazione di Lattarico e hanno così dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal gip del tribunale di Cosenza su richiesta della procura. All’uomo, tunisino di 54 anni in Italia senza fissa dimora, viene contestato il reato di stalking. A denunciarlo è stata una donna che effettuava consulenza del lavoro per cittadini italiani e stranieri in un’agenzia di Cosenza. Quando il display del telefono della vittima si illuminava il contenuto era oltremodo macabro. Nel corso dei mesi Ben Amor Nasreddin Chedl ha inviato messaggi alla donna con immagini oscene, con coltelli, mannaie e carni crude tagliate a pezzi fino a culminare in un video, particolarmente macabro, in cui si vedeva un uomo (non identificato) che veniva scuoiato vivo. Il ripetuto invio di questi contenuti ha generato nella donna uno stato di terrore e l’inconscia convinzione che l’uomo avesse maturato nei suoi confronti una forma di ossessione violenta. Ciò che ha spinto gli agenti guidati dal questore Giancarlo Conticchio a intensificare i controlli e a tenere alta l’attenzione sono stati una serie di messaggi dal contenuto minaccioso che l’uomo di origini tunisine ha inviato alla vittima dimostrando di capire che lei lo aveva denunciato agli organi di polizia. Dagli accertamenti effettuati dalla Squadra Mobile è altresì emerso che nei confronti dello stesso era stato emesso un provvedimento di ammonimento rimasto ineseguito a causa della sua irrintracciabilità. All’arresto gli agenti hanno provveduto al sequestro del cellulare ed espletate le formalità del caso lo hanno accompagnato nella casa circondariale.
«DENUNCIATE I VOSTRI AGGRESSORI» La violenza di genere è un argomento caro al Questore di Cosenza che con una nota ha chiesto alle donne vittime di soprusi e qualsivoglia altra forma di violenza a denunciare.
«Le violenze non solo “proprie” del nucleo familiare – si legge nella nota – vanno denunciate da subito all’autorità giudiziaria e alle forze dell’ordine, anche anonimamente, visto che a volte la paura di denunciare induce il soggetto attivo ad amplificare tutte le forme di violenza già impunemente poste in essere, da quella psicologica e fisica a quella sessuale, dagli atti persecutori del cosiddetto stalking allo stupro, fino al femminicidio».
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