CROTONE Non ci sono ostacoli a conferire a Leo Pedace l’incarico di assessore al Comune di Crotone. Il chiarimento dell’Autorità nazionale anticorruzione dà il via libera al sindaco Ugo Pugliese per la nomina di Pedace. La risposta al quesito (di cui avevamo parlato qui), disposto dal segretario generale del comune pitagorico, Pasquale Monea, su richiesta di Pugliese, è arrivata questa mattina. Il dubbio sulla conferibilità dell’incarico era sorto perché Pedace attualmente ricopre la carica di presidente di “Crotone sviluppo”, società in house del Comune. L’Anac ha chiarito che è «in provenienza» e «non in destinazione» e «non si tratta di incarico amministrativo di vertice», bensì di «un incarico politico». Il chiarimento dell’Anac dà dunque il via libera anche all’operazione rimpasto, che dovrebbe avvenire nei primi giorni della prossima settimana. Qualcuno addirittura parla di lunedì prossimo.
La novità dell’ultima ora è un lungo documento politico redatto dal leader politico della “Prossima Crotone”, Enzo Sculco (in foto con il sindaco Pugliese), con il quale il “reuccio” di via Firenze spiega le ragioni che portano al rimpasto. In verità Sculco, in questo documento, usa anche il termine «azzeramento». Potrebbe voler dire che in discussione non vengono messi solo tre assessorati ma, forse, cinque. Escono di sicuro il vicesindaco Antonella Cosentino, l’assessore ai Lavori pubblici Tommaso Sinopoli, e l’assessore al Verde pubblico Caterina Caccavari. A questi tre nomi si aggiungerebbero quello di Sabrina Gentile, assessore alle Attività produttive, e Giuseppe Frisenda, che he la delega allo Sport. Sugli ultimi due nomi si sarebbe avviata una riflessione e, comunque, al rimpasto si potrebbe arrivare tramite un azzeramento dell’esecutivo. Tra gli entranti c’è di sicuro Pedace, che prende i Lavori pubblici, e si sta valutando l’ipotesi di Franco Pesce per il quale non si esclude, però, l’assegnazione di una delega facendolo restare consigliere comunale. Nel documento politico redatto da Sculco, secondo quanto riferito, si metterebbe in discussione l’intero esecutivo per essersi limitato al ruolo di amministrare la città, disattendendo il compito avuto dagli elettori, che era quello di governare «per realizzare lo sviluppo di Crotone». È mancata, quindi, una visione di governo e ogni assessore è andato avanti coltivando il proprio orticello. Sculco vuole dare la carica alla coalizione in considerazione del fatto che sono arrivati in città 271 milioni di euro: 200 derivanti dal Patto con la Regione Calabria e 71 dall’Eni, riconosciuti dal Tribunale di Milano per risarcire Crotone per i danni ambientali subiti. Se manca un progetto di governo questa montagna di soldi potrebbe essere spesa senza raggiungere l’obiettivo di dare un futuro diverso a Crotone.
Gaetano Megna
redazione@corrierecal.it
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