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Coca tra Europa e Sudamerica, valanga di condanne

Sentenze pesanti per gli imputati nel rito abbreviato del processo “Due Mari”. L’inchiesta della Dda di Reggio Calabria supera lo scoglio del primo grado

Pubblicato il: 30/05/2018 – 19:40
Coca tra Europa e Sudamerica, valanga di condanne

REGGIO CALABRIA Due assoluzioni, sollecitate anche dal pm, e una valanga di condanne a pene dai 10 ai 20 anni di carcere. Si conclude con una sentenza pesantissima per quasi tutti gli imputati il processo con rito abbreviato scaturito dall’inchiesta “Due Mari”, che ha fatto saltare una gigantesca rete di traffico di cocaina tra l’America Latina e l’Europa. In molti casi superando anche le richieste di pena avanzate dalla pubblica accusa, rappresentata in aula dal sostituto procuratore Simona Ferraiuolo, il giudice ha condannato a 20 anni di carcere ciascuno Pasquale Virgara, Giuseppe Grillo, Alba Mariela Osorio Ospina e Andres Fernando Ramires Rivera. Quattordici anni di carcere e 40mila euro di multa sono andati invece a Enzo Pescetelli, mentre è di 12 anni la pena inflitta a Bruno Palmisano, Marius Daniel Fusa (più 40mila euro di multa) e Francesco Pellegrino (più 40mila euro di multa). Sono stati invece condannati a 10 anni di carcere Khalili Merhi Sultan, Franco Monteleone e Giuseppe Cosimo Monteleone. Come chiesto dal pm, sono stati invece assolti Vincenzo Pollifrone e Domenico Antonio Sacco.
Supera dunque indenne lo scoglio della sentenza di primo grado l’inchiesta internazionale che, con il coordinamento della Dda reggina, ha visto lavorare gomito a gomito la Guardia di Finanza, la polizia nazionale colombiana e la Dea americana. In manette sono finite 33 persone, 11 in Italia e 22 in Colombia, e sotto sequestro 11 tonnellate di cocaina che, se immesse sul mercato, avrebbero fruttato 3 miliardi.
L’indagine è iniziata ad aprile del 2013, quando sono stati identificati alcuni soggetti che erano i punti di riferimento nella Locride del narcotraffico internazionale: tra questi i fratelli Franco e Giuseppe Cosimo Monteleone, Giuseppe Grillo e Pasquale Virgara. Erano loro, dice la procura, che da Platì si erano posti al vertice dell’organizzazione, mantenendo i contatti con i fornitori, acquistando e distribuendo la coca. Nel corso dell’inchiesta è stato scoperto anche una nuova forma di pagamento delle “transazioni” fra uomini dei clan e trafficanti. Il denaro viaggiava come la coca, nascosto in ovuli ingeriti da corrieri che poi, una volta al di là dell’oceano, li consegnavano ai fornitori. Uno di loro è arrivato ad ingerire 23 ovuli, ognuno con 3mila euro per un totale di 69mila.

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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