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La terza vita (politica) di Magorno

di Paolo Pollichieni

Pubblicato il: 30/05/2018 – 22:05
La terza vita (politica) di Magorno

La terza vita (politica) di Ernesto Magorno, bruciate rapidamente quelle di sindaco al peperoncino e di paggetto renziano con ascendenti “adamitici”, lo riporta all’antico. Si scopre, in queste ore di abbandono politico, custode della tradizione socialista più radicale e indossa i panni di mangiapreti. E siccome è un pasticcione prestato alla politica, ecco che il fu già Coniglio Mannaro che ha portato il Pd calabrese al poco invidiabile primato della peggiore performance elettorale nel Paese, nello scatenarsi contro la Conferenza episcopale italiana (e quella calabra in particolare), finisce con il commissionare la pubblicazione di articoli che confeziona direttamente per poi inviarli a destra e a manca. Pasticcione, appunto, visto che finisce con l’inviare i link delle sue ”prodezze” in prosa anche alle potenziali vittime della sua attività delegittimante.
È il caso di uno dei sacerdoti lametini più impegnati nel sociale che ha visto arrivare sul suo telefonino un messaggio whatsapp con il link di uno degli editorialisti preferiti da Magorno: lui stesso. Il pensiero magorniano è semplice: si facessero i cavolacci propri vescovi, preti, monaci e affini. Basta invasioni di campo e invito ai cattolici per un diretto impegno in politica. Basta scuole di formazione sociale e utilizzo del terzo settore in chiave di cittadinanza attiva.
E, soprattutto, basta con questi appelli a lavorare al bene comune superando steccati ideologici e divisioni basate sul colore della tessera e non già sulla coerenza con i precetti della Chiesa. Del resto, Magorno è un appassionato del doppio canale: totale adesione all’azione ristoratrice della magistratura ma senza mai utilizzarla nella selezione dei propri quadri dirigenti; risoluto richiamo alle indicazioni etiche della Chiesa ma evitando con cura di trasformarli in programmi di gestione del territorio; quotidiano richiamo al valore della solidarietà propugnata dal mondo del volontariato, ma tenendo ben serrate le porte dei circoli davanti ai propri rappresentanti.
Del resto, Ernesto Magorno non punta certo alla crescita del “suo” Pd. Il meccanismo lo hanno capito bene anche dalle parti di Largo del Nazareno e si apprestano alle contromisure. Meglio piccolo ma con lui dentro che ad allargare poco poco gli spazi si corre il “rischio” di un Magorno restituito alla vita civile senza neanche il premio di consolazione della fascia tricolore.
Detronizzato anche da sindaco al peperoncino, il povero Magorno, effettivamente, non ha una “brexit” sulla quale puntare. Men che meno può sperare in un aiuto “adamitico”. Non che Nicola Adamo non avrebbe in animo di aiutarlo ma, allo stato dell’arte, può offrirgli ben poca cosa.
Giusto un posto dirigenziale nella sanità… in quella privata, ovviamente.

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