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Sanità privata, “congelati” i decreti sui budget

Il Tar sospende gli atti che fissano i tetti di spesa per ambulatori e cliniche. Stop alle convocazioni delle Asp per firmare i contratti. Il 26 giugno si entrerà nel merito

Pubblicato il: 30/05/2018 – 13:06
Sanità privata, “congelati” i decreti sui budget

CATANZARO Un punto per le strutture ambulatoriali nella partita a scacchi (e carte bollate) contro il commissario al Piano di rientro Massimo Scusa. Il Tar di Catanzaro ha, infatti, accolto il ricorso d’urgenza presentato dagli erogatori privati e disposto la sospensione di due decreti firmati nel 2018, il numero 72 e il numero 87, che fissano il tetto massimo di finanziamento per le strutture private accreditate. In sostanza, la decisione dei giudici congela fino al 26 giugno la convocazione dei direttori generali (quello di Cosenza, in particolare) per la firma dei contratti. 
I due atti firmati da Scura sono collegati. Il primo fissa la «definizione dei livelli massimi di finanziamento per le strutture private accreditate per l’acquisto di prestazioni sanitarie di assistenza specialistica ambulatoriale». Il secondo stabilisce gli stessi tetti, ma per le strutture che erogano «prestazioni ospedaliere per acuti e post acuti». I decreti sono collegati – è la tesi di Anisap e Federlab, che tutelano gli interessi dei proprietari delle strutture ambulatoriali – perché, nel predisporne l’architettura, Scura avrebbe tolto risorse a un privato (gli ambulatori) per “arricchirne” un altro (le cliniche). I giudici amministrativi riesamineranno il caso il prossimo 26 giugno. Per ora gli effetti dei decreti sono sospesi. La decisione interviene in un momento molto concitato (ve ne abbiamo parlato qui), con Anisap e Federlab pronte a una serrata dal prossimo 4 giugno, data a partire dalla quale i calabresi rischiano di pagare tutte le visite e gli esami ambulatoriali. Le Asp, nei giorni scorsi, hanno convocato le strutture ambulatoriali per la firma dei contratti del 2018, e proprio martedì, all’unanimità, l’assemblea degli operatori ha deciso di ricorrere in via di urgenza al Tar non solo perché ritiene illegittimi i Dca 72 e 87 «in quando privi di istruttoria da parte del Dipartimento alla Salute delle Regione Calabria», ma anche perché «lo schema contrattuale proposto continua a mantenere una clausola vessatoria che costringe le strutture a rinunciare a eventuali crediti vantati legittimamente». Lo stesso schema contrattuale, per Anisap e Federlab «deve essere modificato in quanto non tiene conto delle novità introdotte con dal decreto 142/17 che non permette al laboratorio in rete sottoscrivere dal 2018 un contratto per la singola struttura». Su tutte queste contestazioni il Tar potrà entrare nel merito nell’udienza del 26 giugno. (ppp)

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