CATANZARO Si respirava un clima diverso dal solito, al Parco della Biodiversità. Anche nel capoluogo le celebrazioni della Festa della Repubblica hanno assunto contorni inediti e meno liturgici del passato, segno che anche qui sono arrivati gli effetti degli ultimi giorni di grande “stress” della Costituzione e delle istituzioni nazionali. E l’attesa per la sempre suggestiva cerimonia organizzata dalla Prefettura si è intrecciata con la curiosità, non solo mediatica ma anche di molti cittadini, di vedere chi c’era e chi no, tra i rappresentanti politici e istituzionali. E alla fine c’erano, in pratica, tutti, anche i 5 Stelle che pure alcuni giorni fa avevano minacciato di trasformare questa giornata in una “contro-festa”: non è stato così. I miracoli del governo…
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LA CERIMONIA Quella di Catanzaro è stata quindi una festa della Repubblica quest’anno sentita più che in altre occasioni. Del resto lo ha fatto intendere anche il prefetto Francesca Ferrandino, parlando con i giornalisti a margine della cerimonia: «La nostra Repubblica – ha spiegato – è un bene troppo prezioso e tutti siamo chiamati a difenderla e preservarla, è questo il senso delle splendide parole fatte pervenire dal nostro presidente della Repubblica a tutti i prefetti. Il sale della democrazia è anche la discussione ma anche il rispetto e la responsabilità, che deve appartenere a tutti noi. E il nostro impegno – ha proseguito il prefetto Ferrandino – dev’essere sempre quello di coinvolgere sempre di più la cittadinanza affinché tutti possano capire che la democrazia è un valore di noi tutti e che bisogna difenderla anche con la partecipazione a giornate come questa». La cerimonia, che si è svolta presso il monumento ai caduti di Nassiriya, ha seguito il classico protocollo, con l’alzabandiera, la deposizione della corona di fiori e la lettura del messaggio del presidente della Repubblica da parte del prefetto Ferrandino. Un momento di apprensione si è registrato quando, probabilmente a causa di un colpo di vento, due stendardi sono caduti sfiorando la Ferrandino: ma il prefetto, che si sta facendo apprezzare per la sobrietà degli atteggiamenti e la scioltezza dei comportamenti abbinata all’eleganza dei gesti, con pronta ironia e parecchio self control, ha commentato: «Potevate perdere un prefetto, forse siete stati sfortunati…».
LE ONORIFICENZE Subito dopo la Ferrandino, insieme al sindaco di Sergio Abramo, al presidente della Provincia di Catanzaro Enzo Bruno, e ai vertici delle forze militari e dell’ordine, ha proceduto alla consegna delle onorificenze, forse il momento più toccante della cerimonia: la medaglia d’oro al Valore civile, alla memoria, ai familiari – la moglie e due figli – di Nicola De Sando, di San Pietro a Maida, morto nell’aprile 2016 per salvare il padre rimasto coinvolto in un incidente sul lavoro, e la medaglia d’Onore, alla memoria, al figlio di Vincenzo Ieraci, di Zagarise, combattente della seconda guerra mondiale. Sono state poi consegnate le onorificenze al Merito della Repubblica a otto nuovi insegni della provincia: ufficiale Antonio Colica, cavalieri Salvatore Blanco, Ezio Chiarella, Francesco di Nuzzo, Sergio Mascaro, Gianfranco Morabito, Michele Stanizzi.
LA FESTA DI TUTTI Ovviamente, al solito ricco il parterre delle presenze al Parco della Biodiversità: oltre ad Abramo e a Bruno, hanno celebrato la Festa della Repubblica tra gli altri, l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone, il presidente della Corte d’appello Domenico Introcaso, e poi i vertici delle forze armate e dell’ordine. E ancora i senatori del Movimento 5 Stelle Bianca Laura Granato e Silvia Vono, il deputato del Pd Antonio Viscomi, l’assessore regionale al Lavoro e alle Politiche sociali Angela Robbe, il presidente della commissione regionale anti-’ndrangheta Arturo Bova, il capogruppo di Forza Italia alla Regione Mimmo Tallini, il segretario nazionale del Nuovo Cdu Mario Tassone, e poi le associazioni combattentistiche e l’Anpi. Insomma, alla fine – forse – il 2 giugno anche a Catanzaro è stata la festa di tutti.
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