ROMA «Ora speriamo che l’assessore regionale all’Ambiente, Antonietta Rizzo, riconosca l’ovvio: la mancata depurazione determina l’inquinamento del mare; anche in Calabria, nonostante le fiabe del governatore Mario Oliverio e dei suoi imprudenti replicanti». Lo affermano, in una nota, i deputati M5s Giuseppe d’Ippolito e Paolo Parentela, rispettivamente nelle commissioni Ambiente e Agricoltura, a seguito della sentenza con cui la Corte di giustizia europea ha condannato l’Italia a pagare 25 milioni di euro più altri 30 per ogni semestre di ritardo rispetto all’obbligo di adeguare gli impianti di depurazione e le reti fognarie. «Nel commentare il fatto, il commissario nazionale per la depurazione, Enrico Rolle, ha confermato tutto quanto – sottolineano i parlamentari Cinquestelle –. Dopo averlo incontrato, di recente, avevamo detto al tandem Rizzo-Oliverio che in Calabria ci sono ben 12 agglomerati sopra i 15mila abitanti non conformi alle norme e 15 interventi non completati su 16. Pertanto, è molto probabile che lo Stato chieda alla Regione di pagare la multa, salatissima». «Inoltre – proseguono i parlamentari M5s – ci vorranno diversi anni per risolvere i problemi della depurazione made in Calabria. Evidentemente, però, Rizzo e Oliverio vivono in una realtà parallela, nel magico mondo del dirigente Domenico Pallaria, per il quale è sempre e solo tutto a posto, anche a proposito dello scandalo delle tariffe illegittime circa la fornitura d’acqua all’ingrosso». «Ironia a parte, interverremo come legislatori – concludono D’Ippolito e Parentela – per favorire una più rapida ed incisiva azione del commissario, alla luce della voluta e ostinata indifferenza del governo regionale, che dovrebbe alzare la bandiera bianca, piuttosto che ostentare la bandiera blu».
NICOLO’, «LA REGIONE AIUTI I COMUNI» Sull’argomento depurazione interviene con un anota anche il consigliere regionale di FdI Alessandro Nicolò: «La Regione non può lasciare da soli i comuni nella gestione degli impianti di depurazione. Gli enti locali soffrono condizioni finanziarie non di poco conto e dovere, in questo periodo dell’anno, farsi carico della gestione di impianti di costi manutentivi davvero alti, significa, di fatto, favorire l’incuria con grave nocumento per il mare e l’ambiente». «L’ennesima umiliazione per la stagione turistica 2018 e le bellezze straordinarie della nostra terra – stigmatizza Nicolò – giunge dalla sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea che condanna nuovamente l’Italia per inadempienza sulla messa in regola di fognature e depuratori per i comuni sopra i 15 mila abitanti. In particolare la Calabria spicca con ben 13 comuni coinvolti, tra cui figura pure il comune di Reggio Calabria».
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