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Sanità, a rischio flop l’integrazione a Catanzaro

Il processo per la creazione dell’azienda ospedaliera unica registra una brusca “frenata” in dirittura d’arrivo. I dubbi di Ciconte. I tentativi di Scalzo di inserire nel “pacchetto” anche Lamezia….

Pubblicato il: 03/06/2018 – 18:00
Sanità, a rischio flop l’integrazione a Catanzaro

CATANZARO Per la sanità catanzarese la data del 15 maggio 2018 potrebbe diventare una data storica o una data da dimenticare e cerchiare in rosso. Il processo di integrazione delle due aziende ospedaliere, la “Pugliese Ciaccio” e quella universitaria del Policlinico “Mater Domini”, quel giorno aveva registrato l’intesa unanime del tavolo politico-tecnico insediato dal commissario Massimo Scura, ma adesso, a distanza di più di due settimane, sta conoscendo un brusco stop. Con ombre sinistre che già si proiettano sulla fattibilità di un progetto, quello della creazione di un’azienda unica ospedaliera, sicuramente complesso ma anche strategico e per certi versi rivoluzionario.
IL TAVOLO DEL 15 MAGGIO Il 15 maggio scorso, sotto l’occhio vigile di Scura, del sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, tra i maggiori sponsor dell’integrazione, le parti in causa (Regione, Università e azienda ospedaliera “Pugliese”) hanno di fatto dato via libera, all’unanimità, alla proposta di legge regionale che istituisce l’azienda unica frutto dell’integrazione per fusione tra “Pugliese” e “Mater Domini”. Integrazione che, giova ricordarlo, tra l’altro è anche il presupposto per lo sblocco di un consistente finanziamento per costruire un nuovo ospedale nel capoluogo; il provvedimento normativo tra l’altro è propedeutico anche alla firma di un nuovo protocollo di intesa tra Regione e Università di Catanzaro. Presenti al tavolo anche i consiglieri regionali espressione del territorio, e cioè Arturo Bova, Baldo Esposito, Tonino Scalzo e Mimmo Tallini, assente invece Enzo Ciconte, e non sarà un dettaglio da poco. L’impegno corale assunto in quella sede è stato quello di incardinare la proposta di legge regionale a palazzo Campanella di lì a massimo una settimana.
GLI SVILUPPI DELLA TRATTATIVA Sono passati svariati giorni ma ad oggi non è accaduto nulla di davvero concreto. Fonti accreditate riferiscono tra l’altro di un nuovo vertice, agli inizi della settimana scorsa, tra i consiglieri regionali alla presenza questa volta anche di Ciconte, che in questa partita gioca in più ruoli – è anche presidente dell’Ordine provinciale dei medici e soprattutto è primario dell’ospedale in aspettativa – e comunque non ha mai nascosto i suoi dubbi rispetto all’ipotesi della fusione. Dubbi che sono peraltro molto condivisi, anche se non in pubblico, soprattutto dalla parte ospedaliera, che ha una paura matta (e forse giustificata) di un brusco ridimensionamento a vantaggio della parte universitaria. E in generale l’intera partita dell’integrazione è una partita grossissima, sul piano politico (perché, detto brutalmente, si riducono gli spazi per i primariati) ma anche tecnico. E le resistenze, abbinate a gelosie e sospetti decennali, affiorano puntualmente ogni volta che la trattativa infila vie diverse da quelle ufficiali.
LO STATO DELL’ARTE Sta di fatto che l’esito di quest’ultimo vertice politico avrebbe di fatto molto rallentato un processo che una settimana prima sembrava ormai lanciato, aggiungendo altri elementi di riflessione a quelli già sul tavolo (un esempio, i rapporti con la sanità di Lamezia Terme, che il consigliere regionale Scalzo sta tentando fortemente di inserire nel “pacchetto”). Sempre fonti accreditate riferiscono di un commissario Scura piuttosto preoccupato per questo nuovo “freno a mano” tirato sul processo di creazione dell’azienda unica di Catanzaro, al punto da aver ripreso a pressare la parte politica e da aver già messo in cantiere un altro confronto, si spera l’ultimo, quello definitivo. «L’obiettivo finale resta fermo», confida un protagonista della vicenda, che preferisce mantenere l’anonimato, e che però poi aggiunge: «Bisogna capire che quello che si vuole fare non è cosa di poco conto, e che comunque stiamo lavorando a fondo per definire tutti i dettagli della legge sull’integrazione, ma – ammette – non si può negare che ci sono molte perplessità ancora da superare». All’orizzonte, in questa settimana, non sarebbero stati calendarizzati step e incontri, e francamente non sembrano esserci i presupposti né le avvisaglie per l’atteso deposito della proposta di legge in Consiglio regionale, e così si rafforza la sensazione di un percorso che si trasforma in flop e si affossa proprio sul più bello, all’ultimo sprint. C’è poi da considerare il quadro di grande incertezza politica a livello nazionale e, in prospettiva, anche regionale: a un anno e poco più dal voto, chi si incaricherebbe di sostenere un provvedimento che rischia di far perdere più voti di quanti ne farebbe guadagnare? E c’è già chi teme, o spera, che in realtà questa storia dell’integrazione tra le aziende ospedaliere di Catanzaro possa diventare l’ennesima grande “incompiuta” calabrese.

Antonio Cantisani
redazione@corrierecal.it

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