La gravità dei fatti di San Ferdinando non può in alcun modo legittimare forme di protesta violenta e disordini. La politica, le forze sociali devono fare muro per evitare il ripetersi di eventi tremendi perché purtroppo le condizioni per far esplodere quella che è ormai da tempo una polveriera sociale ci sono tutte. Sono passati otto lunghi anni dagli eventi rivoltosi che hanno tristemente macchiato quel nobile territorio della Calabria e le condizioni degli immigrati sono sotto gli occhi di tutti.
Degrado, sporcizia, senso della precarietà, atmosfera pesante: sono solo alcuni dei fattori di un sistema che lo Stato conosce benissimo, ma verso cui in tutto questo tempo non si è mosso, limitandosi al contrario a fare parate, convegni ipocriti e ad alimentare la solita retorica dell’accoglienza selvaggia.
Oggi, spiace dirlo, la Piana è la stessa polveriera di un tempo, nulla sostanzialmente è cambiato, con le tragiche conseguenze che siamo costretti a registrare. Chi ha brutalmente sparato agli immigrati ha un disegno pericolosissimo: gettare nel caos un ambiente già di suo surriscaldato.
Un disegno che va cancellato subito riportando serenità e ragionamento.
Solo così sarà possibile aprire un tavolo operativo, non di quelli che in passato hanno lasciato il tempo che hanno trovato, per poter adottare nell’immediato misure finalizzate perlomeno a mitigare lo scempio della civiltà in atto nella piana di Gioia.
La violenza, e per violenza intendo anche quella verbale di alcuni falsi sacerdoti e sacerdotesse che non vedevano l’ora di ascrivere l’accaduto al Ministro Salvini, non aiuterà a risolvere nulla.
Piaccia o non piaccia ai retori milionari dell’accoglienza incondizionata, agli imprenditori del disagio e agli speculatori del sistema, lavoreremo pacificamente, ma in modo determinato per cancellare dall’Europa l’idea che l’Italia possa continuare a essere trattata come il più grande campo profughi continentale.
*segreteria regionale Lega Salvini Premier – Calabria
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