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«I mali di Catanzaro e gli “avvertimenti” di Abramo»

di Franco Scrima*

Pubblicato il: 04/06/2018 – 11:00
«I mali di Catanzaro e gli “avvertimenti” di Abramo»

Come cambiano i tempi. Una volta dire “non abbiamo paura di nessuno” era nel vocabolario delle persone considerate ai margini della società; oggi a intestarsi con temerarietà quella frase è stato il sindaco di Catanzaro che ha voluto includere tra i destinatari anche la Corte dei Conti.
Può anche darsi che, esasperato dall’andamento della discussione tra i “gruppi” in merito alla concessione dello stadio Ceravolo agli organizzatori della manifestazione “Catanzaro sport village” a costi ridotti, il sindaco sia andato sopra le righe per dare ulteriore peso alla sua decisione.
Qualunque sia potuto essere il motivo, però, opportunità avrebbe voluto che non usasse toni così forti. Un linguaggio comunque considerato sconveniente tanto più per il ruolo di un uomo pubblico, di un primo cittadino. Oltretutto cosa ha voluto dimostrare? A chi ha inteso indirizzare quell’ “avvertimento”? Sarebbe il caso che lo chiarisse egli stesso, nel suo interesse, e lo dovrebbe fare il più presto possibile anche per evitare speculazioni che, secondo l’antica legge del contrappasso, gli si potrebbero ritorcere contro. Se tace potrebbe indurre i cittadini a considerare la sua “trovata” più vicina ad un atto di spavalderia che ad un incidente di percorso; un gesto che evoca i tempi andati, quando i suoi ex “colleghi” (i podestà, come si chiamavano nel “ventennio” i sindaci) dimostravano audacia con i deboli salvo a farsela addosso con i gerarchi.
Anche perché a provocare il caso non erano stati i consiglieri di opposizione, ma il vicesindaco preoccupato che la concessione quasi gratuita dello stadio potesse comportare il rischio di un danno erariale. Non è che comunque il dubbio di Cardamone fosse privo di fondamento. Tutt’altro…
Vogliamo dire che la parola ha tradito il pensiero? Può anche darsi. Sicché deve comprendere Abramo che un po’ di moderazione sarebbe stata opportuna in quella vicenda e negli anni a venire. Il problema è che raggiunta l’elezione, spesso si interpreta male il ruolo e in un’aula che si presta ad un confronto senza rete di protezione può accadere di tutto, anche episodi come questo che, comunque, non sono da considerare un caso isolato. Anche in occasione del dibattito aperto sul problema delle “strisce blù” per la sosta a pagamento che si vogliono attivare nel quartiere San Leonardo, considerato dagli abitanti e dai commercianti della zona una vera iattura, tanto da dichiararsi pronti a far guerra al Comune strumentalizzando tutto ciò che è nelle loro possibilità per evitare che si realizzi. A cominciare dalla stretta osservanza del codice della strada che prevede nelle medesime aree interessate l’obbligo di parcheggi liberi in numero uguale di quelli a pagamento. Naturalmente la norma contempla delle eccezioni e cioè che i parcheggi “liberi” possono anche non esserci, ma in alcune condizioni: che la zona sia un’area pedonale o a traffico limitato (le cosiddette Ztl) o zone di particolare rilevanza ai sensi urbanistici. Nulla di tutto questo ha attinenza con la zona di San Leonardo, pertanto attenzione alla delibera del Comune.
Altra vicenda paradossale che pure è stata motivo di dibattito nel Consiglio comunale, e che si va ad aggiungere alle vicende spesso usate nell’aula del Consiglio, riguarda gli impianti pubblicitari che è stata sollevata dal capogruppo di “Cambiavento”, Nicola Fiorita, il quale ha denunziato che nonostante la gestione risultasse assegnata all’Amc, la stessa non era priva del necessario parere in quanto non era stata mai discussa, tanto più votata dal Consiglio comunale. Ma la risposta echeggiata nell’ ”aula rossa” a cura del segretario comunale che è il notaio delle sedute è stata: «quanto scritto sul sito del Comune è fedele a ciò che è successo in aula». È stato deciso che l’episodio – non vero per l’opposizione – sarà portato a conoscenza del Prefetto.
Ecco perché l’obiettivo, specie per chi riveste un incarico pubblico, è di pensare prima di parlare e, in taluni casi, di prendere la decisione più dura: zittirsi! Tenendo presente che sia le parole, sia il silenzio veicolano messaggi realizzati con le espressioni e con i gesti. Quello che i tecnici chiamano la cinesica del corpo umano.
Ciò che non accenna a cambiare, invece, è il rapporto che il governo locale si ostina a mantenere con i cittadini. I servizi non migliorano, la raccolta dei rifiuti lascia sempre a desiderare, la viabilità è da terzo mondo, il tanto sbandierato piano di rilancio del centro storico è caduto nel dimenticatoio e, per finire, l’Amc che annaspa. A proposito dell’azienda di trasporto cittadino, quando alcune settimane fa sono apparsi i nomi dei probabili presidenti dell’Amc i catanzaresi non hanno avuto dubbi: il totonome pendeva per intero per Correggia. Chissà perché?

*giornalista

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