Ultimo aggiornamento alle 23:04
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

«Il mio "arrivederci" al consiglio regionale»

di Wanda Ferro*

Pubblicato il: 07/06/2018 – 17:34
«Il mio "arrivederci" al consiglio regionale»

La pur breve permanenza nel Consiglio Regionale, dovuta alla tardiva proclamazione intervenuta giudizialmente dopo oltre due anni di ricorsi dinanzi ai tribunali amministrativi ed alla Corte costituzionale, è stata caratterizzata da momenti di entusiasmo alternati a momenti di sconforto per non essere riuscita a contribuire abbastanza alle pressanti richieste di “normalità” dei nostri concittadini. La mia decisione di optare per il mandato parlamentare interviene a seguito di riflessioni tanto meditate quanto sofferte, dopo tanti anni vissuti nella mia terra ove ho svolto l’impegno politico con spirito di servizio e abnegazione.
Devo confessare che quando accettai di correre per la carica di Presidente della Regione Calabria ero cosciente che non avrei raccolto consenso da chi ritiene che la crescita dell’intera comunità calabrese sia una questione che può essere posposta agli interessi individuali. Sono compiaciuta se ho deluso le attese di chi non intende favorire modelli politici indipendenti, liberi da condizionamenti di sorta e fondati su una dimensione etica che viene prima della tanto acclamata legalità. Passo il testimone con la consapevolezza di avere interpretato il mio ruolo secondo coscienza e sempre pronta a fornire il mio modesto contributo a rifondare questa nostra terra ferita a morte dalla irresponsabilità e dall’egoismo di pochi.
Spero di poter continuare alla Camera dei deputati le mie battaglie per il futuro della nostra terra, con l’aiuto di tutti coloro che, animati dagli stessi miei ideali, continueranno a contribuire con impegno e senso di responsabilità a creare le condizioni perché la Calabria possa avere un futuro diverso.
Ho lottato molto per ottenere il seggio in consiglio regionale poiché ho considerato la mia esclusione come una grave ingiustizia nei confronti delle migliaia di elettori ai quali era stato negato il diritto di essere rappresentati. Ho cercato di recuperare il tempo perduto, tentando di fare una opposizione chiara, determinata, ma anche costruttiva, cercando di orientare la mia attività in Consiglio verso la difesa dei diritti dei più deboli, la trasparenza e la legalità dell’azione amministrativa. Oggi non posso che considerare conclusa questa breve esperienza in Consiglio regionale, per oggettiva mancanza di una controparte. Il governo Oliverio si è distinto fin dai suoi esordi per immobilismo e incapacità di dare una sterzata alla situazione gravissima in cui versa la Calabria. Oggi è chiaramente giunto al capolinea, abbandonato dalla sua stessa maggioranza. È un governo regionale che punta alla sopravvivenza, espressione di un centrosinistra che ha necessità di aggrapparsi a qualcosa in attesa che passi la piena di dissenso che lo sta travolgendo. Purtroppo ad essere travolta da questo atteggiamento irresponsabile è anche la speranza dei calabresi, che hanno avuto nel governo Oliverio forse la delusione più profonda, considerata la fiducia con cui era stato premiato dagli elettori.
Settori trainanti come turismo e agricoltura sono stati abbandonati al proprio destino, la sanità viene garantita soltanto per la professionalità e la dedizione degli operatori, mentre il governatore ha smantellato il dipartimento Tutela della Salute trincerandosi dietro lo scontro con l’Ufficio commissariale e innescando una disastrosa crisi di rapporti con il governo nazionale che pure aveva il suo stesso colore politico. Non meno deludente l’attività del Consiglio, che nonostante la buona volontà del presidente Irto, è stata in molti casi privata del dibattito sui temi più importanti della vita regionale, lenta e macchinosa rispetto all’urgenza dei problemi, con interrogazioni discusse a distanza di due o tre anni dalla presentazione, quando ormai le stesse vicende erano giunte ad un epilogo spesso negativo.
I calabresi hanno pagato il prezzo della campagna elettorale di Oliverio, che pur di vincere si è fatto legare le mani da una pletora di transfughi e trasformisti, e si è ritrovato uomo solo al comando di una nave portata inevitabilmente ad incagliarsi. Una lezione di cui far tesoro in vista delle prossime elezioni regionali. Le elezioni del 4 marzo hanno dimostrato che chi si ostina a proseguire nelle vecchie liturgie della politica, riproponendo schemi e comportamenti ormai consumati, chi dà tutto per scontato e crede di poter sfruttare rendite di posizione, è destinato inevitabilmente al fallimento. I cittadini sono disposti a dare ancora fiducia a chi sa rappresentare una buona politica, fatta di onestà e buon senso, certamente, ma anche di valori forti, di una visione di crescita organica del territorio, e soprattutto di credibilità personale, costruita giorno per giorno con la capacità di ascolto, l’impegno trasparente e concreto a favore dei cittadini, la coerenza e la capacità di fare sempre la stessa scelta di campo. Nella consapevolezza che non si debba attendere semplicemente di marciare sulle macerie lasciate dal nemico, ma che sono maturate le condizioni per costruire un progetto di governo della Calabria che sia di vero cambiamento e di nuova speranza per il futuro, il mio saluto all’amministrazione regionale è quindi un arrivederci.

*deputata Fratelli d’Italia

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x