Sono nove i cuccioli nati da una cagnetta bianca, di taglia media che però è morta subito dopo averli partoriti. Luce, così è stata chiamata la cagnetta che li ha partoriti, è morta dopo un calvario di sevizie. I cuccioli sono stati allattati col biberon da Michela Brambilla e dalle volontarie della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, fondata dalla deputata di Forza Italia. E il caso dalla provincia di Cosenza è arrivato fin dentro il Parlamento.
Luce è stata legata per tutte e quattro le zampe forse dal padrone che la maltrattava e, contrariato per la gravidanza, l’ha sepolta sotto un cumulo di arbusti e foglie in un terreno incolto alla periferia di Marano Marchesato. A trovarla in uno stato di coma sono stati dei passanti che prontamente hanno chiamato i carabinieri e hanno ricoverato l’animale in una clinica veterinaria. I cuccioli che sono sopravvissuti alla morte della madre, sono di razza materna e sono in attesa di essere adottati. La speranza è, secondo l’associazione, che il loro esempio commuova e spinga i nuovi parlamentari e il governo Conte a intervenire per difendere gli animali. Nella proposta di legge Brambilla, ripresentata in questa legislatura, vengono aumentate fino a 5-6 anni le pene previste per il maltrattamento e l’uccisione di animali. Diventano delitti la detenzione in condizioni «insopportabili», l’abbandono e l’uccisione di esemplari di specie protette. Si chiarisce che la «tenuità del fatto» non è applicabile ai reati contro animali. Infine, reclusione fino a 2 anni per chi, fuori dalle ipotesi e modalità previste dalla legge, prepara, detiene o usa esche e bocconi avvelenati.
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