CATANZARO «A fronte di due Decreti commissariali (Dca 72 e Dca 87, che fissano il tetto massimo delle prestazioni erogabili dai centri privati accreditati calabresi) si è riacceso da qualche tempo l’ennesimo contenzioso tra il commissario Scura e i titolari dei centri di specialistica ambulatoriale. L’effetto di tale scontro si sta traducendo, per i calabresi, nell’interruzione, dal 4 giugno, dell’erogazione delle prestazioni in regime di convenzione e, per il personale dipendente, nell’attivazione delle procedure di pre-licenziamento (se ne contano, al momento, alcune centinaia). L’altro effetto di questo scontro riguarda l’intera collettività calabrese». Lo affermano, in una nota congiunta, la Cgil regionale, la Fp Cgil e la Filcams Cgil. «Il risultato dello scontro tra la struttura commissariale e i titolari dei centri privati accreditati, indipendentemente dal merito legale di cui possiamo essere meri spettatori, ma che si protrae da lungo tempo in un braccio di ferro logorante – prosegue la nota – sta producendo un ulteriore danno alla medicina di territorio e alla prevenzione. Nei Decreti commissariali richiamati si afferma che, stante la gravità della situazione debitoria, il Commissario può procedere anche all’abbattimento dei fabbisogni stabiliti. Una scelta incredibile e fuori da ogni logica di sicurezza e prevenzione. Un mero calcolo ragionieristico che umilia il popolo calabrese. Chiediamo da tempo che si dia attuazione alla rete territoriale, che si aprano le case della salute da anni finanziate e mai aperte, che si programmi per le periferie un sistema di sicurezza sanitaria che dia risposte di diagnosi e cura credibili e soprattutto stabili. Una sanità gestita a colpi di scontri istituzionali, e tra istituzioni ed erogatori, non serve a nessuno. Servirà probabilmente a spostare le risorse dalla Calabria verso le altre regioni e ad incrementare la mobilità passiva». «Cgil regionale, Fp Cgil e Filcams Cgil – prosegue la nota – chiedono al commissario Scura di intervenire immediatamente per garantire ai cittadini le prestazioni dovute, sulla base del reale fabbisogno stimato. E nel contempo chiedono la tracciabilità dei risparmi derivanti dai tagli effettuati ai centri privati accreditati, per non dovere verificare successivamente che quelle somme vengono sottratte ad alcune strutture per favorire la nascita o l’incremento di budget di altre. Ma soprattutto, constatato il fallimento della gestione Commissariale, ne chiedono l’immediato superamento. Chiedono poi di voler avviare tutte le necessarie verifiche nelle Asp e Ao calabresi sulla legalità e regolarità degli atti amministrativi e di gestione, investendo anche gli uffici dell’anticorruzione». Cgil regionale, Fp Cgil e Filcams Cgil, infine, «annunciano, nei prossimi giorni, l’invio di una richiesta a tutte le Prefetture perché si attivino specifiche Commissioni di accesso nelle strutture sanitarie della Regione. Infine, chiedono alle strutture private accreditate di sospendere le procedure di licenziamento avviate e di aprire un confronto con questa organizzazione sindacale per valutare l’effettiva sofferenza occupazionale derivante dai tagli denunciati».
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