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Tendopoli, Oliverio: «Lo Stato la smantelli, è un accampamento disumano»

Il governatore rivendica il finanziamento della Regione ma invoca il superamento dell’emergenza. E Orfini replica alle polemiche scatenate dalla visita della delegazione dem: «Loro hanno dichiarato…

Pubblicato il: 10/06/2018 – 15:58
Tendopoli, Oliverio: «Lo Stato la smantelli, è un accampamento disumano»

CATANZARO «L’impegno dello Stato per San Ferdinando deve essere quello di smantellare il disumano accampamento degli immigrati» e farlo in tempi certi. Lo chiede il governatore della Calabria, Mario Oliverio, ricordando che «come Regione abbiamo fatto il possibile perché ciò accadesse e, pur senza averne competenza, ci siamo resi disponibili persino a finanziare con 300mila euro, interamente a carico delle casse regionali, la realizzazione di una tendopoli. Abbiamo affermato, già allora, che la tendopoli che la Regione avrebbe fatto impiantare non era la soluzione, ma una risposta assolutamente emergenziale. Ci si proponeva di togliere uomini, donne e bambini da una condizione peggiore di quella delle bestie e di garantire il minimo di condizioni di civiltà. Una tendopoli da attivare per un periodo limitato e transitorio in attesa che si promuovessero diverse forme di accoglienza».
ORFINI: NOI DIVERSI DALLA DESTRA Intanto, anche il presidente del Pd, Matteo Orfini, fa sentire la sua voce dopo le polemiche degli ultimi giorni: «”Ma voi dove siete stati in questi anni?” È la domanda più frequente che mi è stata rivolta nei commenti al post sulla mia visita a San Ferdinando. Perché pur avendo governato voi per 5 anni, attaccate Di Maio e Salvini? Sono domande più che legittime. E meritano una risposta. Sia chiaro, si può e si deve sempre fare di più. E che io non sempre abbia condiviso le scelte fatte sulla gestione del tema migranti è cosa nota. Ma non voler vedere le differenze tra loro e noi, tra la destra e la sinistra, è francamente disonesto. Tra chi ha dichiarato guerra ai migranti per lucrare qualche voto. E chi tra mille difficoltà e con mille limiti ha provato ad affrontare questioni complicatissime. Perché se oggi i delinquenti che sfruttano quei lavoratori migranti vengono arrestati e fermati con sempre più efficacia è perché noi abbiamo approvato una legge contro il caporalato, che in questo paese mancava».
«Solo negli ultimi 30 giorni grazie a questa legge le cronache riportano di decine di arresti di caporali tra la Sicilia e la Puglia – rivendica –. Bisogna fare ancora di più per creare strumenti di maggiore applicazione di questa legge? Certo che sì. Ci batteremo perché il nuovo governo vigili su questa norma e non ne svilisca il valore. Ancora: andiamo al caso specifico della situazione migranti a San Ferdinando. La regione Calabria è governata dal Pd, vero. Durante il governo Berlusconi, con Maroni ministro degli Interni fu costruita la prima baraccopoli. Senza servizi, con condizioni igienico-sanitarie disastrose. A quella situazione noi abbiamo cercato di porre rimedio. La Regione ha interamente finanziato una tendopoli regolare, con servizi igienici e di urbanizzazione primaria. Che non è tuttavia in grado di ospitare tutti, e per questo la risposta non è ancora sicuramente sufficiente. Si tratta infatti di soluzioni che dovrebbero essere transitorie. E per questo continueremo ad adoperarci lavorando a modelli di sviluppo urbanistico che prevedano la possibilità per questi lavoratori di avere una piena integrazione nelle nostre comunità. Anche su questo vigileremo perché il nuovo governo sostenga e non ostacoli questo percorso».

CAMUSSO: APPLICARE LA LEGGE
«Bisogna applicare la legge contro il caporalato, le forze dell’ordine stanno facendo uno straordinario lavoro, tante persone le abbiamo tolte dalla schiavitù. Ma dobbiamo continuare. Bisogna chiudere le tendopoli, bisogna che le persone abbiano condizioni normali di vita. Questo vale per Rosarno, per San Ferdinando, per Castel Volturno, e non solo». Lo ha detto Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil, che, ospite di un dibattito a ‘La Repubblica delle Idee’ a Bologna, ha parlato del caporalato e delle condizioni di vita dei braccianti, impegnati nei campi, dopo i fatti accaduti in Calabria. «Bisogna riconoscere, ed è una cosa drammaticamente più difficile oggi con questo governo, il diritto all’abitazione – ha aggiunto Camusso – usando le case vuote, dando alloggi per chi lavora e garantendo i trasporti. Le condizioni che fanno passare una persona dall’essere uno schiavo in una tenda a essere un lavoratore con condizioni normali. Potrei raccontarvi tutte le piattaforme, le trattative, i primi accordi fatti. Ci sentiamo drammaticamente soli nel fare tutto questo, i nostri compagni nel Mezzogiorno, che fanno i sindacalisti di strada, quando vanno nei campi, non sanno con chi parlare. Alla fine è più facile che ci rispondano i carabinieri che i sindaci o i ministri».
VISITA ANPI «Dopo i gravissimi fatti di violenza culminati con l’uccisione del giovane maliano Soumayla Sacko, immigrato, lavoratore e sindacalista, l’Anpi ha espresso lo sdegno per quanto avvenuto, criticando al contempo i soliti argomenti di chi tenta di sminuire i fatti riconducendoli alla “normale” violenza dei luoghi. Non si vuole capire, e noi lo ripetiamo da anni, che continuando ad alimentare paure e odio nei confronti dei migranti si rischia di creare un clima davvero pericoloso». Lo afferma, in una nota, Mario Vallone, coordinatore regionale Anpi Calabria e componente del comitato nazionale Anpi.
«Quando uomini di governo – prosegue – arrivano all’assurdo di parlare di “pacchia finita” per persone che scappano da fame, guerre e violenza di ogni genere, si capisce perché si diffonde nel Paese questo clima di xenofobia e razzismo strisciante; diciamolo pure tante volte anche palese. Lunedì 11 alle 10.30 una delegazione dell’Anpi Calabria si recherà in visita nella tendopoli di San Ferdinando dove sarà portata la solidarietà e la vicinanza dell’intera Associazione. Incontreremo i parenti della vittima e dei feriti; altri migranti e gli operatori del luogo. Vogliamo dare un segno tangibile della grande umanità e fratellanza che ancora esiste in questo Paese. Non ci fermeremo solo alla visita. Altre iniziative sono in preparazione. Per quando ci riguarda, e per quanto potremo fare, sarà fatto tutto il possibile per mantenere alta l’attenzione su questa tragica vicenda».

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