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Il dirigente della Regione che si candida al Cda della Rai

Tra gli aspiranti consiglieri di amministrazione c’è Cosimo Carmelo Caridi, che alla Cittadella si occupa di “vivaismo” e “patrimonio ittico e faunistico”

Pubblicato il: 12/06/2018 – 13:11
Il dirigente della Regione che si candida al Cda della Rai

Tra i 236 curriculum pubblicati sui siti web di Camera e Senato ci sono molti nomi noti. Gente che la tv la mastica da parecchio come Giovanni Minoli e Michele Santoro. Poi c’è chi rispunta sulla scena pubblica dopo un lungo periodo di inabissamento, come Fabrizio Del Noce; chi si è candidato con l’M5S e con Forza Italia ma non è stato eletto, come l’ex “iena” Dino Giarrusso e l’ex deputata Nunzia De Girolamo; chi invece si ripropone in continuità con il mandato in scadenza il prossimo 30 giugno, come Carlo Freccero, Arturo Diaconale, Franco Siddi e Rita Borioni. Ma a candidarsi per un posto nel nuovo Cda di “mamma” Rai, ai tempi del «governo del cambiamento», ci sono molti aspiranti consiglieri meno noti, tra cui anche qualche calabrese.
IL DIRIGENTE RISENTITO È il caso di Cosimo Carmelo Caridi (foto), dirigente di ruolo della Regione Calabria alla guida del settore “fitosanitario, vivaismo, micologia, patrimonio ittico e faunistico” (dipartimento Agricoltura). La candidatura di Caridi ha attirato l’attenzione di David Allegranti, giornalista del Foglio che nei giorni scorsi ha scritto un articolo dal titolo «II cda Rai come prosecuzione delle parlamentarie con altri mezzi. Viaggio tra le candidature per il nuovo consiglio di amministrazione di Viale Mazzini». Il cronista ha ironizzato sulla candidatura del dirigente della Regione – «già organizzatore della mostra nazionale itinerante “agricoltreno 1995” nonché relatore alla “biennale internazionale di Apicoltura” organizzata da Apimondia. Direte voi: e che c’azzecca il vivaismo con la Rai?» – e Caridi si è un po’ risentito. In effetti quello di un dirigente che si occupa di vivaismo e micologia non sembra essere il profilo ideale per il Cda della tv di Stato, ma Caridi ha replicato al giornale diretto da Claudio Cerasa ricordando che ha ricoperto anche «l’incarico pluriennale di presidente del cda dell’Accademia di belle arti di Reggio Calabria, Istituzione culturale di rango universitario del Miur, componente cda della Scuola mediterranea di design, Autorità di gestione per la Calabria del Fondo europeo Fea (riportante nella precedente programmazione una performance superiore al 93 per cento), referente per la Trasparenza e per la prevenzione della corruzione, specializzato in marketing territoriale e di prodotto». Insomma il dirigente della Regione rimprovera al giornalista di aver citato solo in parte il suo curriculum, e in effetti si è dimenticato di aggiungere anche le parti riguardanti la «specializzazione in “Tecnologie avanzate in caseificazione”», quella di «Tecnico esperto apistico» e il «corso per assaggiatore di vini».
DALL’EX SINDACO AL GIOVANE LAUREATO Scorrendo l’elenco dei candidati si scorge anche qualche altro cognome calabrese. Di certo qualcun altro ci sarà sfuggito, ma c’è, per esempio, anche Pietro Mancini, ex sindaco di Cosenza (padre di Giacomo jr.) che della Rai è stato giornalista dal 1981 al 2008. Poi Pasquale Forciniti, avvocato penalista che a Cosenza era stato titolare dell’industria boschiva di famiglia, e Francesco Chiappetta, docente universitario (alla Luiss dal 1984 al 1998, cattedra di “Legislazione della Telematica e delle Telecomunicazioni”) di Falconara Albanese. E anche Giovanni Petronio, un giovane laureato con un nutrito curriculum di studi, ma che, come purtroppo accade a molti giovani calabresi, tra le esperienze lavorative annovera solo «lavori saltuari» e un mese da operatore al call center catanzarese della “Abramo Customer care”.
LA RIFORMA RENZI In base alla riforma voluta dall’ex premier Matteo Renzi nel 2015, quattro componenti del Cda devono essere nominati dal Parlamento, altri due sono nominati dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro dell’Economia, e un altro dall’assemblea dei dipendenti di viale Mazzini. Ma, spiega Aldo Grasso sul Corriere della Sera, «in Rai contano Presidente e amministratore delegato, gli altri sono contorno. E, se pensionati, non c’è nemmeno il gettone di presenza».

Sergio Pelaia
s.pelaia@corrierecal.it

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