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Premi ai vertici Asp Catanzaro, il Codacons va in Procura

Esposto del vicepresidente Di Lieto alla magistratura del capoluogo sul caso delle determine che assegnano al dg e al direttore amministrativo circa 39mila euro per premi di risultato. Nonostante i…

Pubblicato il: 13/06/2018 – 9:14
Premi ai vertici Asp Catanzaro, il Codacons va in Procura

CATANZARO «Neppure ad una settimana di distanza dalla nostra denuncia, ecco giungere puntuali le delibere che premiano i risultati della Asp di Catanzaro». È quanto denuncia, in una nota, il Codacons che segnala i premi erogati al dg e al direttore amministrativo dell’Azienda sanitaria provinciale del capoluogo. «Siamo in possesso di due determine n. 2719 e 2720 entrambe del 5 giugno 2018 – sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons – con le quali vengono erogati complessivi 36.849,92 euro in favore del direttore generale e del direttore amministrativo, per i risultati raggiunti nell’anno 2016. I pagamenti erano stati “sospesi” alla luce del clamore sollevato dagli organi di informazione ed “al fine di consentire al Direttore Generale l’autonoma assunzione delle più opportune valutazioni”. Evidentemente soddisfatti dei risultati raggiunti i vertici dell’Asp, passata la tempesta mediatica, hanno deciso di “premiarsi”».
Il rappresentante dell’associazione di consumatori sottolinea sarcastico, «niente di clamoroso, poco più di 18mila euro a testa».
«Solo qualche giorno addietro denunciavamo – prosegue Di Lieto – di avere la sensazione di trovarci sul ponte del Titanic, con l’orchestra che suona, gli ospiti che brindano mentre la nave corre verso il disastro. Il paragone non sembra esagerato se si pensa che, norme di legge e contratto di lavoro alla mano, aver chiuso con un deficit di bilancio di oltre venti milioni di euro (23.322.308,71 euro per l’esattezza, con un incremento rispetto alla perdita registrata nell’anno precedente del 22,54 %), dovrebbe comportare “la decadenza automatica del direttore generale” e di conseguenza del direttore amministrativo e del direttore sanitario».
Mentre denuncia il vicepresidente del Codacons, «invece in Calabria assistiamo ad una premiazione. Prima bloccata per evitare figuracce ma, non appena si è spenta l’eco dell’indignazione, ecco che si procede ad erogare i “bonus”. Ovviamente di decadenza neppure a parlarne».
«Il Codacons – comunica Di Lieto – ha provveduto a presentare un dettagliato esposto in Procura affinché sia verificata la legittimità di quello che appare un vero e proprio “schiaffo alla miseria”. E sia chiaro quei 36mila euro sono solo la punta dell’iceberg. Visto che l’importo complessivo dei “premi” è di un milione e mezzo di euro, tra indennità di risultato e produttività».
«Chiediamo pubblicamente – si legge nella nota del Codacons – un incontro con il governatore Oliverio, che non può continuare a chiudere gli occhi su questo fiume di soldi pubblici assegnati come se piovesse, mentre le casse piangono e i bilanci sono in profondo rosso. Così come non può più tergiversare sulla rimozione dei vertici delle Aziende che non hanno raggiunto l’equilibrio di bilancio. Assistere alla loro premiazione, in luogo della rimozione, appare, francamente, inaccettabile».
«Pretendiamo un atto di rispetto nei confronti di chi vive sulla propria pelle le difficoltà in cui versa la sanità, specie quella calabrese – conclude il Codacons – e non ci riferiamo solo ai pazienti, ma anche agli operatori che, a volte, svolgono il proprio lavoro in condizioni che definire disumane è un eufemismo».
LA REPLICA DEI SINDACATI DEI MEDICI A replicare al Codacons sono il coordinamento provinciale della Fp Cgil Medici e l’Anaao-Assomed regionale: «Leggiamo con stupore la nota stampa in cui il presidente Codacons mette insieme quanto relativo all’erogazione della retribuzione di risultato del management strategico con quella spettante alla dirigenza medica. Sulla prima, sarà lo stesso management, se e quando lo riterrà opportuno, a produrre eventuali osservazioni. Ben diverso – fanno notare Fp Cgil e Anaao-Assomed – è il discorso su quanto spettante alla dirigenza medica rispetto alla cosiddetta “retribuzione di risultato”. Sarebbe molto più corretto per chi approccia a queste tematiche, assumere informazioni attendibili prima di esternare. Il quantum erogato alla dirigenza medica, rappresenta il saldo (che, come tale, può aver valore positivo ma anche negativo rispetto all’attribuito in acconto) di cui, per Legge e per contratto, l’Azienda non può disporre a suo piacimento, destinandolo ad altre finalità (come del resto per tutti i lavoratori dipendenti, nel Pubblico e nel Privato). Inoltre le competenze di questo fondo sono state erogate solo in seguito di certosina ed oggettiva misurazione del grado di raggiungimento di obiettivi ben definiti, anzi, il più delle volte, con misurazione penalizzante le varie strutture, e relative “sforbiciate”, anche per lievi scostamenti dal budget concordato, pur se causati da condizioni estranee a volonta’ e responsabilita’ degli operatori, “spremuti” dalla contrazione del personale in servizio».
«Oltretutto tale misurazione – si legge ancora nella nota di Fp Cgil e Anaao-Assomed – è stata fatta da un Organismo terzo indipendente (OIV), riformato 3 volte nel decennio dai ministri Brunetta prima e Madia poi. In alcuni casi, l’Azienda sta procedendo addirittura ad un conguaglio passivo rispetto al quale vi sarà certamente una fortissima presa di posizione delle organizzazioni sindacali scriventi. Tal guisa dimostra ampiamente che non vi è stata alcuna erogazione, citiamo testualmente: “come se piovesse” e che nulla c’entra, in una dinamica siffatta, il dichiarare, citiamo ancora testualmente: “… quello che appare un vero e proprio schiaffo alla miseria”. A tal proposito evidenziamo che, per il biennio 2015-2016, tale premialità a conguaglio ha interessato la categoria per “ben” (sic!) 83.000 euro da ripartire tra i dirigenti medici dell’azienda, alcuni esclusi per errore, altri con attribuzioni economiche irrisorie ed inferiori al dovuto».
«Siamo ben lungi da somme mirabolanti ed in ogni caso sempre all’interno di previsioni contrattuali, per come ampiamente motivato, applicate ai professionisti che lavorano per l’Asp di Catanzaro». Alla luce di tutto ciò i sindacati dei medici fanno presente che il loro intento «è la tutela della categoria medica troppo spesso sbattuta in prima linea a guisa di capro espiatorio». «Una categoria – è la conclusione – che, in questi anni tormentati da piani di rientro lacrime e sangue si è sobbarcata l’onere, con organici decimati e spesso ben oltre il debito orario contrattuale, di dare comunque una risposta alle esigenze sanitarie del territorio, pur in condizioni lavorative ed ambientali spesso drammatiche».

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