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Stop alle agevolazioni Ue per l'olio tunisino

Grazie ai numerosi interventi di Confagricoltura sembra ormai esclusa l’ipotesi di nuove concessioni a dazio zero. Statti: «Si va nella direzione giusta»

Pubblicato il: 14/06/2018 – 17:37
Stop alle agevolazioni Ue per l'olio tunisino

La notizia, sebbene ancora non ufficiale, è di quelle positive perché va incontro alle legittime aspettative dei produttori olivicoli italiani e calabresi e testimonia, allo stesso tempo, il valore di una rappresentanza agricola incentrata sui fatti e sui risultati concreti più che sui proclami o sulle sterili rivendicazioni.
Grazie ai numerosi interventi di Confagricoltura sembra infatti ormai esclusa l’ipotesi di nuove concessioni a dazio zero da parte dell’Unione europea a beneficio dell’olio tunisino. Come è noto, e come gli olivicoltori sanno bene per averne subito gli effetti ed i danni, l’Ue per gli anni 2016 e 2017 ha concesso, in via eccezionale, condizioni agevolate per le esportazioni dell’olio tunisino; in considerazione del possibile negoziato di libero scambio con l’Ue la Tunisia ha avanzato la richiesta di estendere per altri due anni la concessione del contingente aggiuntivo di 35mila tonnellate di olio di oliva in esenzione da dazio nelle esportazioni verso l’Europa. La situazione attuale, sulla base dell’esperienza maturata nel corso del 2016 e 2017, è chiara nei numeri.
«In conseguenza di un regime tariffario di favore – sottolinea Alberto Statti (foto), presidente di Confagricoltura Calabria – la Tunisia ha esportato verso l’Europa a dazio zero 92.700 tonnellate di olio d’oliva; a chi evidenzia come in Italia siano giunte dalla Tunisia solo 500 tonnellate di olio garantito dal regime di favore è facile rispondere con il meccanismo infernale generato dal sistema dell’esenzione con il sospetto concreto di un’esportazione massiccia verso la Spagna e di una trasformazione che ha reso comunitario l’olio tunisino in più».
Per Statti «se ad aprile 2018 un chilogrammo di olio extravergine italiano costava 4,10 euro, quello tunisino aveva una quotazione di 3,43 euro, facile dunque immaginarne le conseguenze. Confagricoltura Calabria, che sin dall’inizio ha seguito questa delicata vicenda, esprime piena soddisfazione per una decisione che va nella direzione giusta ed impedisce l’inserimento di nuovi fattori di squilibrio in un mercato, quello olivicolo, che già presenta molti punti di criticità. La decisione – aggiunge Statti – ci soddisfa ed allo stesso tempo, tuttavia, ci impone un approccio che deve essere più complessivo e più rigoroso verso le dinamiche che attualmente caratterizzano il sistema olivicolo nazionale e calabrese, l’Italia che importa dalla Spagna una quantità di tonnellate quasi pari alla produzione nazionale e assiste da tempo al costante abbandono degli uliveti, deve fronteggiare il tracollo del prezzo diminuito, nel periodo che va dal marzo 2017 all’aprile del 2018, del 31,6%. Di fronte a questi elementi di riflessione, e forti di una decisione che in ambito europeo tutela la produzione limitando inutili agevolazioni, tutti quanti – conclude Statti – dobbiamo ora lavorare per organizzare meglio la filiera olivicola, razionalizzandola e rendendola più redditizia ed economicamente sostenibile».

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