REGGIO EMILIA Pistole, revolver, fucili a pompa e fucili semiautomatici, carabine potenziate e silenziatori, decine di chili di polvere da sparo e ordigni esplosivi sequestrati dai carabinieri reggiani. Si tratta del più ingente sequestro di armi operato ai calabresi nella provincia di Reggio Emilia, dove è in corso “Aemilia”, il più grande processo contro le infiltrazioni di ‘ndrangheta mai celebrato al Nord. Gli accertamenti ora dovranno chiarire se si tratta di un arsenale nella disponibilità della criminalità organizzata. Con l’accusa di illecita detenzione di armi, anche clandestine e da guerra, e del relativo munizionamento, i militari hanno arrestato tre persone: G.A., 33 anni; G.M. 34 anni e A.V., 50 anni, tutti originari della provincia di Crotone e residenti fra Reggio Emilia e Castelnovo Sotto. A loro sono stati sequestrati pistole e revolver, fucili a pompa e semiautomatici, carabine modificate e potenziate, diversi silenziatori, polvere da sparo, inneschi e ordigni esplosivi già confezionati.
Si tratta di armi o congegni esplosivi di straordinaria offensività e pericolosità, secondo gli investigatori. In particolare, tra gli altri, un ordigno artigianale contenente sfere d’acciaio attivabile con un meccanismo a strappo e diversi componenti per fabbricarne altri. In sequestro anche diversi fucili rubati tra le province di Verona e di Reggio Emilia, un fucile a canne mozze e pistole con matricola abrasa. Oltre ai tre arrestati, nei guai è finito anche un altro calabrese 46enne abitante a Reggio Emilia, trovato in possesso di circa mezzo etto di marijuana: per lui è scattata la denuncia alla Procura reggiana per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. Nel corso dell’operazione messa in atto dai carabinieri di Reggio Emilia, Guastalla e Castelnovo Monti e con due unità anti-esplosivi del nucleo cinofili di Padova, hanno operato oltre 50 militari, coordinati dal sostituto procuratore Valentina Salvi di Reggio Emilia; in campo anche i cani del nucleo cinofili di Torreglia, in provincia di Padova, specializzati proprio nell’individuare esplosivi e tracce di polvere da sparo. È stato uno di loro, ad esempio, a far scoprire, in un giardino, una pistola che era stata precedentemente lanciata dalla finestra da uno degli arrestati, all’arrivo dei carabinieri. Pistola finita tra la fitta vegetazione del giardino e scovata, per l’appunto, dai cani. Un’operazione “preventiva” costituita da oltre una quindicina di perquisizioni locali, finalizzate al controllo di persone sospettate o pregiudicate per reati concernenti armi da fuoco.
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