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Cosenza in paradiso: è Serie B – VIDEO

I lupi travolgono il Siena 3-1 e si aggiudicano un posto nel campionato cadetto. Gol di Bruccini, Tutino e Baclet. La città torna a sognare dopo 15 anni di attesa. Il capitano Corsi: siamo nella st…

Pubblicato il: 16/06/2018 – 22:54
Cosenza in paradiso: è Serie B – VIDEO

PESCARA Undici uomini arditi sono i calciatori che per novanta minuti difendono i colori rossoblù orizzontali su maglia bianca del Cosenza. Il ritorno in serie B dei calabresi diventa realtà allo stadio Adriatico di Pescara nella finalissima contro la Robur Siena. L’onda del tifo cosentino e una partita tecnicamente perfetta degli uomini di Braglia regalano una gioia ai tifosi, ai calciatori a una intera città che ritrova la gioia e il riscatto in una folle notte di giugno. Squadra che vince non si cambia ed è per questo che Piero Braglia premia gli 11 e il 3-5-2 che nelle ultime partite ne hanno steccato solo una.
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Ed è proprio dai piedi dello “scugnizzo” Tutino che parte l’azione che sblocca il risultato. Serie di dribbling fulminei e palla sul piatto d’argento per Bruccini che sblocca il risultato. Calamai e Mungo non danno a Damian di dettare i ritmi mentre Dermaku in difesa è insormontabile, Neglia non ha possibilità di impensierire per i primi 45 minuti Dermaku. Il regalo “Serie B” lo confeziona Tutino al secondo minuto della ripresa, con un goal da cineteca. Scorre sulla fascia destra superando i difensori avversari e la piazza nel sette dove Pane non può fare altro che tuffarsi a favore di fotografi. Mignani cambia 3/4 della difesa, il Cosenza controlla, ma una disattenzione in difesa riapre improvvisamente il match. Penalty per il Siena e goal di Marotta. Il Cosenza non ci sta a soffrire, piede sull’acceleratore e dopo due tentativi su angolo arriva il cross per la testa di Baclet. L’idolo di casa la mette dentro, adesso è tempo di serie B.
L’ESODO Si tinge di rosso e di blu l’Adriatrica a due corsie che dalla città bruzia porta al “Cornacchia” di Pescara. Gli oltre 8mila tifosi che si spostano per sostenere i lupi, con spirito pittoresco danno un animo e un brio nuovo alle aree di sosta dell’autostrada orientale dello stivale italico. Non manca spazio in cui i pullman, più o meno organizzati, non srotolino i loro drappi e issino i loro stendardi di riconoscimento come a dimostrare con orgoglio e autonomia la propria presenza al vero evento della città.
È la firma, quello “io c’ero” nei titoli di coda del film girato da Piero Braglia. Il tifo contagia il centro urbano come le città di provincia, e riunisce nel bene per la prima volta dopo tanto tempo il tifo organizzato rossoblù. Non c’è spazio per gli avversari senesi nella notte di passione che Cosenza aspetta da 15 anni. Anche Pescara, città neutra, si abbandona al contagioso tifo cosentino. «C’è pieno di tifosi del Cosenza», sussurrano i residenti vicino allo stadio ai concittadini che chiedono cosa sia quel casino. La tranquilla città sul mare ascolta i cori dei supporter del Cosenza in ameno e rigoroso silenzio a voler rispettare il rito di chi vive con spirito di sacrifico la fede laica del tifo. E lo spettacolo tra le gradinate riprende quella storia di passione lunga più di cento anni. La bandiera di Gigi Marulla sventola in ricordo di quella partita salvezza contro gli “odiati” amaranto della Salernitana. Denis Bergamini la cui strada incontra quelli dei tifosi che visitano il luogo dove è stato ritrovato il suo corpo come religiosi al tempo. E poi la scritta Cosenza “You’ll never walk Alone”.
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LE PAROLE DEI PROTAGONISTI Commosso al tavolo della sala stampa Piero Braglia. «La  squadra tutta se lo merita. Stasera era la partita in cui eravamo più stanchi fisicamente e con la testa ma onestamente ci sono dei giocatori che hanno permesso di trovare un nostro equilibrio, parlo di Tutino, Baklet e Bruccini che meritano la serie B». E sulle doti del giovane calciatore napoletano: «Spero faccia la preparazione con il Cosenza ma se non perderà la testa può arrivare sicuramente in serie A». Futuro ancora da scrivere: «Sono quello di quello che abbiamo fatto per Cosenza e per la città, solitamente chi fa bene se ne va chi fa male resta, ma questo è il calcio». Tutino, decisivo con un gol e un assist: «Dopo il derby contro il Rende abbiamo fatto una riunione e adesso siamo in B. I primi minuti abbiamo sofferto perché molti di noi non erano abituati a questo tipo di incontro». Baclet: «I miei compagni di squadra stanno hanno fatto bene, non conta chi gioca Tutino e Okereke hanno fatto stancare i difensori e poi ci ho solo segnato». Angelo Corsi, il capitano: «Questo è stato l’anno più duro e noi avevamo grandi aspettative a inizio stagione, per nostro demerito lo abbiamo smorzato. Poi però abbiamo preso fiducia dei nostri mezzi, delle nostre qualità e dai playoff in poi siamo stati devastanti. Questa sera abbiamo fatto la storia».

Michele Presta
m.presta@corrierecal.it

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