CATANZARO «La vicenda della nomina del nuovo vertice del dipartimento della Regione Segretariato generale, di cui ha reso conto il Corriere della Calabria, conferma la continuità di metodi e prassi dei governi Scopelliti e Oliverio, con tutto ciò che ne consegue». Lo affermano, in una nota, i deputati M5s Francesco Sapia e Giuseppe d’Ippolito, a proposito della proroga temporanea dell’incarico, inspiegabilmente coperta da omissis, da parte della giunta regionale della Calabria ad Ennio Apicella, del veloce ritiro dell’avviso per l’affidamento a esterni pubblicato subito dopo la bocciatura dell’unico candidato interno, il dirigente Carmelo Barbaro, e del ventilato ricorso, malgrado l’obbligo di applicare nella fattispecie la normativa nazionale, a una norma regionale che potrebbe avvantaggiare la riconferma dello stesso Apicella.
«La giunta Oliverio – sostengono i due parlamentari 5stelle – spieghi l’utilità dell’omissis circa la proroga per Apicella e perché ha liquidato con argomentazioni di monicelliana memoria il candidato ammesso alla selezione interna. Qui c’è dunque un problema di scelte incomprensibili, che in primo luogo presentano riflessi erariali, su cui andremo in profondità in ogni sede. Soprattutto, in ordine alla vicenda ci ha colpito un riferimento, non troppo implicito, della stampa alla massoneria».
«Per questo motivo – proseguono i parlamentari 5stelle – chiediamo al governatore Oliverio di far sottoscrivere ai futuri candidati al ruolo in predicato la dichiarazione circa l’appartenenza o meno a logge massoniche, se al netto dei suoi sermoni morali intende preservare la burocrazia regionale da potenziali conflitti d’interesse e garantire la neutralità degli uffici». «Oliverio – concludono Sapia e D’Ippolito – chiarisca se questa dichiarazione sul rapporto con la massoneria è già stata acquisita altre volte per gli incarichi in Regione e, in caso contrario, se da qui in avanti voglia renderla indispensabile».
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