ROMA La giornata era iniziata con le polemiche sull’eventualità che il ministro dell’Interno Salvini premesse per la revoca della scorta allo scrittore Roberto Saviano. Poi è andata avanti tra precisazioni e botta e risposta. Fino al botto finale: un video in cui l’autore di Gomorra accusa il leader della Lega di essere un «codardo» e di non aver parlato di ‘ndrangheta quando avrebbe potuto, cioè nel corso di un comizio a Rosarno.
Salvini, dopo aver fatto più volte riferimenti sprezzanti alle tutele disposte per Saviano, in mattinata ha spiegato: «Non spetta a me questa scelta. Chi di competenza valuterà, dico solo che, slegato dalla fattispecie singola, l’Italia ha il record europeo dei servizi di scorta e vigilanza. Non dipendono da me le scelte in base alla simpatia o l’antipatia: ci sono organismi delegati. Andremo a verificare tutti i servizi di vigilanza sono quasi 600 e occupano circa 2000 forze dell’ordine: molti di questi sono giustificati magari c’è qualcuno che potrebbe essere rivisto perché 2mila uomini impiegati non hanno uguali negli altri Paesi europei», ha concluso. «L’ultima cosa che mi interessa è Saviano, con tutto il rispetto».
Lo scrittore ha risposto nel pomeriggio con un video su Facebook: «Salvini – ha detto – oggi è definibile “ministro della malavita”, espressione coniata da Gaetano Salvemini. Salvini è stato eletto in Calabria, durante un suo comizio a Rosarno tra le prime file c’erano uomini della famiglia Pesce, storica famiglia di ‘ndrangheta, affiliati alla famiglia Bellocco, potentissima organizzazione di narcotrafficanti. E lui non ha detto niente, da codardo non ha detto niente contro la ‘ndrangheta. Ha detto che Rosarno è conosciuta al mondo per la baraccopoli. Non si ricorda dei legami tra la Lega Nord e la ‘ndrangheta, del riciclaggio dei soldi, tramite mediazione di ‘ndrangheta, della Lega Nord».
https://www.facebook.com/RobertoSavianoFanpage/videos/10155679630941864/
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