La Goletta Verde di Legambiente ha preso il mare. Prima di farlo, ha diffuso i numeri di “Mare Monstrum 2018” sulla qualità delle acque marine, la denuncia delle illegalità ambientali e le trivellazioni di petrolio. Si parte da una crescita, riferita al 2017, dell’8,5% i reati ai danni del mare, cioè oltre 46 al giorno. E la Calabria si piazza spesso nelle prime posizioni in quanto a violazioni accertate.
MATTONE SELVAGGIO Le coste italiane sono vittima di un assedio di cemento dovuto a decenni di pesante abusivismo. Si tratta in larga parte dell’eredità dei decenni passati, quelli connotati dalla massiccia edilizia “spontanea” e illegale di cui sono testimoni lunghi tratti dei litorali nelle principali regioni e che trovano la massima espressione in Campania e in Sicilia, dove il fenomeno ha raggiunto livelli impressionanti e che, non a caso, sono le regioni da cui provengono le maggiori spinte “condoniste” della politica locale. E’ il “vecchio abusivismo”, quello che non viene demolito e che, in certi casi, si ipotizza addirittura di salvare dalle ruspe, come a Pizzo Sella a Palermo o a Lesina nel foggiano. Poi c’è quello che non trova freno nemmeno nella crisi del mattone: nel corso del 2017, lungo costa sono state accertate 3.314 infrazioni legate al ciclo del cemento, per cui sono state denunciate 4.310 persone e compiuti 1.110 sequestri. Una flessione, rispetto all’anno precedente del 12%, che si conferma anche nel numero di denunce (-11,2%) e in quello dei sequestri (-2,8%).
Caso emblematico è la Campania, dove si continua a costruire, abusivamente, come in pochi altri Legambiente – Mare Monstrum 2018 13 luoghi: con 702 infrazioni accertate, il 21,2% del totale, 878 persone denunciate o arrestate e 243 sequestri, si conferma la regione costiera con il record assoluto di nuova edilizia fuorilegge. Nella classifica nazionale del mattone selvaggio, al secondo posto c’è la Calabria, con 478 reati, il 14,4%, seguita dalla Puglia, con il 12,6% e dal Lazio con il 10,5. Quinta è la Toscana e sesta la Sicilia.
I VERI NEMICI DEL MARE La crociera ambientalista durerà ventidue tappe, da Chiavari a Trieste e che si concluderà il 12 agosto prossimo. «I veri nemici del mare – afferma Legambiente – sono gli scarichi, le trivelle, i rifiuti e il cemento, non le persone che fuggono per la disperazione. È ora di dire basta ad ogni forma di alibi. Contrastare l’assalto alle nostre coste e porre fine a questa emergenza che causa danni all’economia, al turismo e all’ambiente deve diventare una delle priorità dell’agenda politica nazionale». I più contestati dall’associazione ambientalista sono la mala depurazione e gli scarichi inquinanti (35,7% del totale a creare inquinamento marino), con in testa alla classifica la Campania seguita da Puglia, Sicilia, Lazio e Calabria. L’assalto ai mari e alle coste italiane, sottolinea Legambiente, non conosce sosta e crescono i reati contestati dalle forze dell’ordine: nel 2017 sono state 17mila le infrazioni contestate, oltre 46 al giorno, con un incremento rispetto all’anno precedente dell’8,5%.
ABUSIVISMO E SCARICHI Leader, sia per l’inquinamento che per l’abusivismo edilizio, è la Campania. Nel primo, detiene il 22,1% delle infrazioni accertate, seguita dalla Puglia con l’11,1%, dal Lazio con il 10,2% e dalla Toscana con l’8,8%. Nel secondo, vanta il 21,2% del totale nazionale, davanti alla Calabria con il 14,4%, alla Puglia con il 12,6% e al Lazio con il 10,5%.
Rispetto all’ultimo rapporto Mare Monstrum, per numero d’infrazioni contestate dalle forze dell’ordine riguardanti depuratori inesistenti o mal funzionanti, scarichi fognari abusivi, sversamenti illegali di liquami e rifiuti la Campania mantiene il primato, con un totale di 1.347 reati, il 22,1% del totale. Si registra, inoltre, un significativo aumento di denunce e arresti (+23,28%) e di sequestri effettuati (+16,89%). Stabili al secondo e terzo posto troviamo la Puglia e il Lazio, rispettivamente con l’11,1% e il 10,2 % del totale. Nel Lazio però, contrariamente alla Puglia, si registra un notevole aumento delle persone denunciate e arrestate (+51,9%) e dei sequestri effettuati (+25,5%). La Toscana si posiziona al quarto posto con 537 infrazioni accertate e una variazione di più dell’80% per numero di denunce e arresti accertati (785 rispetto ai 431 del 2016). La Calabria chiude la top five con 528 reati accertati, mentre la Sicilia ne esce classificandosi al sesto posto con 489 infrazioni verificate.
RIFIUTI Se gli scarichi illegali riguardano un abitante su quattro di questo Paese, non va meglio sugli altri fronti, sostiene l’associazione ambientalista: tonnellate di rifiuti, nella stragrande maggioranza plastiche non gestite correttamente, continuano a finire in mare e invadere le nostre spiagge; il cemento abusivo che non viene demolito e che invade anche i tratti costieri di maggior fascino del Belpaese e ancora l’assurda corsa alle trivellazioni petrolifere che mettono a rischio il Mediterraneo. Crescono dell’8% rispetto allo scorso anno anche le persone denunciate earrestate che sono 19.564: così come i sequestri – arrivati a 4.776 – chesegnano una crescita significativa in termini percentuali del 25,4%. Quasi il 50% dei reati si concentra nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Puglia, Sicilia, Calabria), che insieme al Lazio sono anche quelle che dominano la classifica nazionale. A livello regionale il primato assoluto spetta alla Campania, che come l’anno precedente ha il record delle infrazioni, 2.715, ossia il 15,9% del totale, così come quello delle persone denunciate e quello dei sequestri. Al secondo posto c’è la Puglia, che sale di una posizione rispetto al 2017, con il 12,3% dei reati, mentre scende di un gradino, ma resta sul podio, la Sicilia con il 12%.
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