LAMEZIA TERME Beni per oltre 2 milioni 500mila euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Lamezia Terme, guidata dal colonnello Fabio Bianco, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, a carico di una società operante nel settore del call center, la Infocontact srl, e di otto persone individuate come responsabili di una truffa. L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Lamezia Terme, guidata dal procuratore Salvatore Curcio, è frutto di un’inchiesta relativa ad una truffa ai danni dell’Ue e dello Stato in danno di lavoratori disabili e svantaggiati. Secondo l’accusa, la società coinvolta avrebbe sfruttato gli incentivi previsti per l’assunzione di persone svantaggiate attestando falsamente la disabilità di persone prive dei requisiti richiesti.
Ln particolare, le indagini hanno evidenziato che l’impresa era risultata beneficiaria, nell’ambito del por calabria, di pubbliche sovvenzioni per 2.953.280,56 euro. Tali erogazioni, comunitarie e nazionali, sarebbero dovute servire all’assunzione e successiva retribuzione di 207 lavoratori disabili o comunque classificati come “svantaggiati” e, come tali, facenti parte di categorie “protette”.
FALSI INVALIDI E FALSI NEOASSUNTI Più nel dettaglio, le le indagini delle fiamme gialle lametine hanno evidenziato, tra l’altro, una serie di insidiosi e dolosi artifici documentali e contabili – molto ben camuffati – tramite i quali i soggetti con responsabilità apicale della società erano riusciti – in estrema sintesi – con la complicità di funzionari pubblici, ad attestare falsamente le condizioni di “svantaggio” e di disabilità dei lavoratori assunti, indispensabili per l’ottenimento degli incentivi, nonché a far sembrare, sempre soprattutto attraverso falsi documentali, ben 163 lavoratori come “neoassunti”, mentre in realtà erano già da tempo alle dipendenze della stessa impresa e, molti di essi, non appartenenti a nessuna categoria “svantaggiata”.
I FINTI CONTROLLI DELLA REGIONE Le condotte illecite – corroborate dal comportamento dei funzionari regionali, i quali hanno attestato, contrariamente al vero, di aver eseguito i previsti controlli e che all’esito degli stessi non erano emerse irregolarità – hanno permesso all’impresa di ottenere indebitamente due delle tre rate dell’importo di incentivo assegnato, per un totale complessivo di 2.589.113,72 euro illecitamente ottenuto. Solo l’intervento dei finanziari ha impedite che venisse incassata anche la terza rata. Al termine delle indagini i militari hanno denunciato otto persone (fra le quali tre funzionari regionali calabresi), per i reati di truffa aggravata finalizzata al conseguimento indebito di ingenti erogazioni pubbliche, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Denunciata anche una persona giuridica (ovvero la società Infocontact beneficiaria dell’incentivo). Due delle otto persone denunciate, un funzionario della regione e un consulente della Infocontact sono, nelle more, deceduti.
GLI INDAGATI Fra i destinatari della misura, oltre alla società Infocontact srl, con sede legale a Roma e sede operativa a Lamezia Terme, figurano tre dirigenti della Regione Calabria: Concettina Di Gesu, nata a Cessaniti, 66 anni, dirigente pro tempore del settore 1 del dipartimento n. 10 dell’ente, Cosimo Cuomo, 59 anni, dirigente di servizio del settore 1 del dipartimento 10 e Michelina Ricca, 69 anni, dirigente pro tempore dello stesso dipartimento, che avrebbero attestato la sussistenza dei requisiti previsti ai fini dell’erogazione dei finanziamenti alla società. Stesso provvedimento a carico di Giuseppe Pane, 42 anni, amministratore della Infocontact, Paolo Braganò, 39, responsabile dell’ufficio risorse umane della stessa società. Altre tre persone destinatarie della misura sono decedute. Si trattava di rappresentanti della Infocontact e di un dirigente della Regione. L’impresa avrebbe incassato, nell’ambito del Por Calabria, di sovvenzioni per complessivi 2.953.280 euro, risorse comunitarie e nazionali che sarebbero dovute servire all’assunzione e alla successiva retribuzione di 207 lavoratori disabili o classificati come “svantaggiati” e, come tali, facenti parte di categorie “protette”.
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